Bilancio Sociale

2022

La missione nella rete

La missione nella rete

L’impatto e il ruolo delle relazioni nel fare il bene

Bilancio Sociale

2022

La missione nella rete

L’impatto e il ruolo delle relazioni nel fare il bene

Prefazione

Prefazione

Prefazione

Da quando la Chiesa Avventista italiana, con tutte le organizzazioni afferenti, ha ritenuto necessario dare conto delle proprie attività e del senso della sua presenza il Bilancio Sociale ha esplorato le diverse sfaccettature dell’attività diaconale e di evangelizzazione. Con l’edizione del Bilancio 2021 ci siamo resi conto che una componente importante di queste attività è la rete di relazioni che intratteniamo, in molti casi da decenni.

Con la pandemia queste relazioni si sono ulteriormente sviluppate e sono nate nuove relazioni. Per questo motivo abbiamo immaginato che potesse essere utile e importante, prima di tutto per noi e poi per chi ci è vicino come anche per chi non ci conosce, rappresentare questa realtà e il lavoro che comporta. Abbiamo quindi impostato il Bilancio Sociale 2021 in modo da dare conto di quante fossero, di come vivessero, di quanto pesassero in termini di risorse e di tempo le azioni tese a imbastire le nostre reti relazionali (Cfr. La Missione nella Rete 1 – Costruire relazione per operare il bene). Con l’edizione del Bilancio che avete tra le mani (La Missione nelle Rete 2) ci siamo prefissati l’obiettivo di illustrare l’impatto che queste relazioni, vecchie e nuove, hanno avuto sulla nostra attività per l’anno che si è chiuso. Il Bilancio 2021 è stato corredato da dati, informazioni tecniche e numeriche che abbiamo cercato di rendere quanto più possibile leggibili e visivamente attraenti, per quanto l’impresa non fosse semplice. Sotto questo profilo il Bilancio 2022 risulta sicuramente più coinvolgente e più piacevole per il taglio raccontato e più immediatamente rappresentabile con immagini e grafica. 

Le due edizioni sono quindi complementari e possono essere lette in modo collegato. Ci auguriamo che il lavoro possa incontrare la vostra approvazione e renda tangibili gli sforzi compiuti nel raggiungimento del mandato evangelico.

Da quando la Chiesa Avventista italiana, con tutte le organizzazioni afferenti, ha ritenuto necessario dare conto delle proprie attività e del senso della sua presenza il Bilancio Sociale ha esplorato le diverse sfaccettature dell’attività diaconale e di evangelizzazione. Con l’edizione del Bilancio 2021 ci siamo resi conto che una componente importante di queste attività è la rete di relazioni che intratteniamo, in molti casi da decenni.

Con la pandemia queste relazioni si sono ulteriormente sviluppate e sono nate nuove relazioni. Per questo motivo abbiamo immaginato che potesse essere utile e importante, prima di tutto per noi e poi per chi ci è vicino come anche per chi non ci conosce, rappresentare questa realtà e il lavoro che comporta. Abbiamo quindi impostato il Bilancio Sociale 2021 in modo da dare conto di quante fossero, di come vivessero, di quanto pesassero in termini di risorse e di tempo le azioni tese a imbastire le nostre reti relazionali (Cfr. La Missione nella Rete 1 – Costruire relazione per operare il bene). Con l’edizione del Bilancio che avete tra le mani (La Missione nelle Rete 2) ci siamo prefissati l’obiettivo di illustrare l’impatto che queste relazioni, vecchie e nuove, hanno avuto sulla nostra attività per l’anno che si è chiuso. Il Bilancio 2021 è stato corredato da dati, informazioni tecniche e numeriche che abbiamo cercato di rendere quanto più possibile leggibili e visivamente attraenti, per quanto l’impresa non fosse semplice. Sotto questo profilo il Bilancio 2022 risulta sicuramente più coinvolgente e più piacevole per il taglio raccontato e più immediatamente rappresentabile con immagini e grafica. 

Le due edizioni sono quindi complementari e possono essere lette in modo collegato. Ci auguriamo che il lavoro possa incontrare la vostra approvazione e renda tangibili gli sforzi compiuti nel raggiungimento del mandato evangelico.

Da quando la Chiesa Avventista italiana, con tutte le organizzazioni afferenti, ha ritenuto necessario dare conto delle proprie attività e del senso della sua presenza il Bilancio Sociale ha esplorato le diverse sfaccettature dell’attività diaconale e di evangelizzazione. Con l’edizione del Bilancio 2021 ci siamo resi conto che una componente importante di queste attività è la rete di relazioni che intratteniamo, in molti casi da decenni.

Con la pandemia queste relazioni si sono ulteriormente sviluppate e sono nate nuove relazioni. Per questo motivo abbiamo immaginato che potesse essere utile e importante, prima di tutto per noi e poi per chi ci è vicino come anche per chi non ci conosce, rappresentare questa realtà e il lavoro che comporta. Abbiamo quindi impostato il Bilancio Sociale 2021 in modo da dare conto di quante fossero, di come vivessero, di quanto pesassero in termini di risorse e di tempo le azioni tese a imbastire le nostre reti relazionali (Cfr. La Missione nella Rete 1 – Costruire relazione per operare il bene). Con l’edizione del Bilancio che avete tra le mani (La Missione nelle Rete 2) ci siamo prefissati l’obiettivo di illustrare l’impatto che queste relazioni, vecchie e nuove, hanno avuto sulla nostra attività per l’anno che si è chiuso. Il Bilancio 2021 è stato corredato da dati, informazioni tecniche e numeriche che abbiamo cercato di rendere quanto più possibile leggibili e visivamente attraenti, per quanto l’impresa non fosse semplice. Sotto questo profilo il Bilancio 2022 risulta sicuramente più coinvolgente e più piacevole per il taglio raccontato e più immediatamente rappresentabile con immagini e grafica. 

Le due edizioni sono quindi complementari e possono essere lette in modo collegato. Ci auguriamo che il lavoro possa incontrare la vostra approvazione e renda tangibili gli sforzi compiuti nel raggiungimento del mandato evangelico.

Introduzione

Introduzione

Introduzione

Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti.

Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti.

Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti.

Nessuno lavora per sé stesso” diceva Sant’Agostino nel suo commento al Salmo 125. Gesù asserisce: 1 “Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti.” Per il cristiano, ma non solo, l’altro è sempre un interlocutore, il destinatario dell’azione e dell’impegno profuso nel vivere la vita. In modo più laico Aristotele, nel IV secolo avanti Cristo formula il concetto con l’affermazione 2 “l’uomo per natura è un essere socievole”, riconoscendo che senza relazioni, rapporti e interazioni con gli altri l’essere umano è in difficoltà. Le restrizioni imposte per prevenire la pandemia dovuta al Covid-19 hanno reso tangibile e quanto mai evidente, se ce ne fosse stato bisogno, che lo stare insieme agli altri è una componente vitale della nostra esistenza. Alcune correnti della psicologia e della neuroscienza sostengono che lo sviluppo dell’identità è correlata alla nostra interazione sociale.

Per questo motivo lo scopo del Bilancio Sociale dell’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno per il 2021 e il 2022 è stato quello di rappresentare la dimensione relazionale e di rete intessuta dalle organizzazioni della Diaconia Avventista nel perseguimento della missione della chiesa. In particolare, possiamo essere soddisfatti per alcuni progetti che descriviamo in queste pagine come esempi di sviluppo delle relazioni e delle potenzialità insite nel lavorare in rete e collegandosi con gli altri. Questi percorsi ci hanno permesso di orientare il nostro sguardo sui giovani e la loro ricerca di benessere (progetto Non darti pensiero per me), sull’ambiente (progetto Eco-comunità), sulla salute dei bambini nelle famiglie, in particolare quelle con risorse economiche limitate (progetto Nutridono), sul contrasto al gioco d’azzardo patologico (progetto Se questo è un gioco). Questi progetti e molti altri che, in modo più sintetico, riportiamo in questo resoconto, sono collegati alla nostra identità di chiesa che da sempre è impegnata nella valorizzazione della vita, nel coltivare la speranza perché è ciò che ha inteso come elemento determinante nel progetto di Dio per l’umanità descritto nella Bibbia.

Nessuno lavora per sé stesso” diceva Sant’Agostino nel suo commento al Salmo 125. Gesù asserisce: 1 “Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti.” Per il cristiano, ma non solo, l’altro è sempre un interlocutore, il destinatario dell’azione e dell’impegno profuso nel vivere la vita. In modo più laico Aristotele, nel IV secolo avanti Cristo formula il concetto con l’affermazione 2 “l’uomo per natura è un essere socievole”, riconoscendo che senza relazioni, rapporti e interazioni con gli altri l’essere umano è in difficoltà. Le restrizioni imposte per prevenire la pandemia dovuta al Covid-19 hanno reso tangibile e quanto mai evidente, se ce ne fosse stato bisogno, che lo stare insieme agli altri è una componente vitale della nostra esistenza. Alcune correnti della psicologia e della neuroscienza sostengono che lo sviluppo dell’identità è correlata alla nostra interazione sociale.

Per questo motivo lo scopo del Bilancio Sociale dell’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno per il 2021 e il 2022 è stato quello di rappresentare la dimensione relazionale e di rete intessuta dalle organizzazioni della Diaconia Avventista nel perseguimento della missione della chiesa. In particolare, possiamo essere soddisfatti per alcuni progetti che descriviamo in queste pagine come esempi di sviluppo delle relazioni e delle potenzialità insite nel lavorare in rete e collegandosi con gli altri. Questi percorsi ci hanno permesso di orientare il nostro sguardo sui giovani e la loro ricerca di benessere (progetto Non darti pensiero per me), sull’ambiente (progetto Eco-comunità), sulla salute dei bambini nelle famiglie, in particolare quelle con risorse economiche limitate (progetto Nutridono), sul contrasto al gioco d’azzardo patologico (progetto Se questo è un gioco). Questi progetti e molti altri che, in modo più sintetico, riportiamo in questo resoconto, sono collegati alla nostra identità di chiesa che da sempre è impegnata nella valorizzazione della vita, nel coltivare la speranza perché è ciò che ha inteso come elemento determinante nel progetto di Dio per l’umanità descritto nella Bibbia.

Nessuno lavora per sé stesso” diceva Sant’Agostino nel suo commento al Salmo 125. Gesù asserisce: 1 “Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti.” Per il cristiano, ma non solo, l’altro è sempre un interlocutore, il destinatario dell’azione e dell’impegno profuso nel vivere la vita. In modo più laico Aristotele, nel IV secolo avanti Cristo formula il concetto con l’affermazione 2 “l’uomo per natura è un essere socievole”, riconoscendo che senza relazioni, rapporti e interazioni con gli altri l’essere umano è in difficoltà. Le restrizioni imposte per prevenire la pandemia dovuta al Covid-19 hanno reso tangibile e quanto mai evidente, se ce ne fosse stato bisogno, che lo stare insieme agli altri è una componente vitale della nostra esistenza. Alcune correnti della psicologia e della neuroscienza sostengono che lo sviluppo dell’identità è correlata alla nostra interazione sociale.

Per questo motivo lo scopo del Bilancio Sociale dell’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno per il 2021 e il 2022 è stato quello di rappresentare la dimensione relazionale e di rete intessuta dalle organizzazioni della Diaconia Avventista nel perseguimento della missione della chiesa. In particolare, possiamo essere soddisfatti per alcuni progetti che descriviamo in queste pagine come esempi di sviluppo delle relazioni e delle potenzialità insite nel lavorare in rete e collegandosi con gli altri. Questi percorsi ci hanno permesso di orientare il nostro sguardo sui giovani e la loro ricerca di benessere (progetto Non darti pensiero per me), sull’ambiente (progetto Eco-comunità), sulla salute dei bambini nelle famiglie, in particolare quelle con risorse economiche limitate (progetto Nutridono), sul contrasto al gioco d’azzardo patologico (progetto Se questo è un gioco). Questi progetti e molti altri che, in modo più sintetico, riportiamo in questo resoconto, sono collegati alla nostra identità di chiesa che da sempre è impegnata nella valorizzazione della vita, nel coltivare la speranza perché è ciò che ha inteso come elemento determinante nel progetto di Dio per l’umanità descritto nella Bibbia.

Noi continuiamo a nutrire la speranza perché, senza ignorare le realtà dolorose e difficili del quotidiano che incontriamo sul piano individuale e collettivo, siamo convinti che il Signore dell’Universo abbia predisposto un finale fantastico ed emozionante per questa storia nella quale siamo tutti protagonisti e nella quale ci vuole tutti coinvolti. Sarà veramente un finale di stagione emozionante della serie “Dal paradiso perduto al paradiso ritrovato”. 

L’epilogo che tutti aspettiamo di “nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia”.

In questi giorni scopriamo di essere fragili e precari, di avere molte meno certezze di quante ne vorremmo e spesso si parla di Apocalisse per identificare un futuro pieno di insidie e minacce. Ricordiamo qui però che il significato reale del termine Apocalisse non è “catastrofe” o “cataclisma” ma “rivelazione” e l’oggetto della rivelazione dell’ultimo libro della Bibbia è l’apoteosi del bene. Il trionfo di Dio sulle tragedie dell’umanità. Nel nostro piccolo desideriamo condividere questo ottimismo in tutte le forme che possono essere efficaci e impegnarci a favorire questo epilogo.

Noi continuiamo a nutrire la speranza perché, senza ignorare le realtà dolorose e difficili del quotidiano che incontriamo sul piano individuale e collettivo, siamo convinti che il Signore dell’Universo abbia predisposto un finale fantastico ed emozionante per questa storia nella quale siamo tutti protagonisti e nella quale ci vuole tutti coinvolti. Sarà veramente un finale di stagione emozionante della serie “Dal paradiso perduto al paradiso ritrovato”. 

L’epilogo che tutti aspettiamo di “nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia”.

In questi giorni scopriamo di essere fragili e precari, di avere molte meno certezze di quante ne vorremmo e spesso si parla di Apocalisse per identificare un futuro pieno di insidie e minacce. Ricordiamo qui però che il significato reale del termine Apocalisse non è “catastrofe” o “cataclisma” ma “rivelazione” e l’oggetto della rivelazione dell’ultimo libro della Bibbia è l’apoteosi del bene. Il trionfo di Dio sulle tragedie dell’umanità. Nel nostro piccolo desideriamo condividere questo ottimismo in tutte le forme che possono essere efficaci e impegnarci a favorire questo epilogo.

Noi continuiamo a nutrire la speranza perché, senza ignorare le realtà dolorose e difficili del quotidiano che incontriamo sul piano individuale e collettivo, siamo convinti che il Signore dell’Universo abbia predisposto un finale fantastico ed emozionante per questa storia nella quale siamo tutti protagonisti e nella quale ci vuole tutti coinvolti. Sarà veramente un finale di stagione emozionante della serie “Dal paradiso perduto al paradiso ritrovato”. 

L’epilogo che tutti aspettiamo di “nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia”.

In questi giorni scopriamo di essere fragili e precari, di avere molte meno certezze di quante ne vorremmo e spesso si parla di Apocalisse per identificare un futuro pieno di insidie e minacce. Ricordiamo qui però che il significato reale del termine Apocalisse non è “catastrofe” o “cataclisma” ma “rivelazione” e l’oggetto della rivelazione dell’ultimo libro della Bibbia è l’apoteosi del bene. Il trionfo di Dio sulle tragedie dell’umanità. Nel nostro piccolo desideriamo condividere questo ottimismo in tutte le forme che possono essere efficaci e impegnarci a favorire questo epilogo.

1  Matteo 7:12 
2 Politica I, 2, 1253a

Capitolo 1

La Diaconia Avventista e il lavoro in rete

Capitolo 1

La Diaconia Avventista e il lavoro in rete

Capitolo 1

La Diaconia Avventista e il lavoro in rete

Non darti pensiero per me

Non darti pensiero per me

Non darti pensiero per me

I protagonisti raccontano il progetto “Aff-amarsi” della Fondazione Vita e Salute

Il progetto è nato nel 2022 come dispositivo a supporto del raggiungimento degli obiettivi del tavolo “Insieme per la Salute” costituito nel 2020 da una serie di organizzazioni che hanno deciso di unire le forze per co-progettare e riflettere sui temi della salute, in particolare dell’obesità giovanile. 

La Fondazione Vita e Salute, cogliendo la proposta, ha avviato l’esplorazione della problematica dal punto di vista psicologico e sociale, studiando un approccio che potesse coinvolgere i ragazzi che vivono nel contesto sociale post-pandemico. 

Il progetto è nato nel 2022 come dispositivo a supporto del raggiungimento degli obiettivi del tavolo “Insieme per la Salute” costituito nel 2020 da una serie di organizzazioni che hanno deciso di unire le forze per co-progettare e riflettere sui temi della salute, in particolare dell’obesità giovanile. 

La Fondazione Vita e Salute, cogliendo la proposta, ha avviato l’esplorazione della problematica dal punto di vista psicologico e sociale, studiando un approccio che potesse coinvolgere i ragazzi che vivono nel contesto sociale post-pandemico. 

Il progetto è nato nel 2022 come dispositivo a supporto del raggiungimento degli obiettivi del tavolo “Insieme per la Salute” costituito nel 2020 da una serie di organizzazioni che hanno deciso di unire le forze per co-progettare e riflettere sui temi della salute, in particolare dell’obesità giovanile. 

La Fondazione Vita e Salute, cogliendo la proposta, ha avviato l’esplorazione della problematica dal punto di vista psicologico e sociale, studiando un approccio che potesse coinvolgere i ragazzi che vivono nel contesto sociale post-pandemico. 

La genesi del progetto  

Il direttore della Fondazione Vita e Salute, Leonardo Lega, ci spiega: «Tutto parte da un’esperienza virtuosa, frutto della collaborazione nel 2019 con il Consultorio “La Famiglia” di Fano, in occasione del progetto “Dis-play”, azione per il contrasto all’autoisolamento sociale sostenuta dall’8xmille della Chiesa Avventista. In quell’occasione abbiamo conosciuto le dottoresse Cristiana Santini e Paola Turroni con le quali ci siamo trovati subito in sintonia circa l’approccio integrato tra scrittura creativa e dialogo per sviluppare il progetto Aff-Amarsi. L’obiettivo era quello di ricercare nuovi modi di coinvolgere i ragazzi su temi rilevanti, portandoli a comprendere cosa si nasconde per loro dietro le parole “salute”, “benessere” e “felicità”, utilizzando il linguaggio dell’arte». 

Il direttore della Fondazione Vita e Salute, Leonardo Lega, ci spiega: «Tutto parte da un’esperienza virtuosa, frutto della collaborazione nel 2019 con il Consultorio “La Famiglia” di Fano, in occasione del progetto “Dis-play”, azione per il contrasto all’autoisolamento sociale sostenuta dall’8xmille della Chiesa Avventista. In quell’occasione abbiamo conosciuto le dottoresse Cristiana Santini e Paola Turroni con le quali ci siamo trovati subito in sintonia circa l’approccio integrato tra scrittura creativa e dialogo per sviluppare il progetto Aff-Amarsi. L’obiettivo era quello di ricercare nuovi modi di coinvolgere i ragazzi su temi rilevanti, portandoli a comprendere cosa si nasconde per loro dietro le parole “salute”, “benessere” e “felicità”, utilizzando il linguaggio dell’arte». 

Il direttore della Fondazione Vita e Salute, Leonardo Lega, ci spiega: «Tutto parte da un’esperienza virtuosa, frutto della collaborazione nel 2019 con il Consultorio “La Famiglia” di Fano, in occasione del progetto “Dis-play”, azione per il contrasto all’autoisolamento sociale sostenuta dall’8xmille della Chiesa Avventista. In quell’occasione abbiamo conosciuto le dottoresse Cristiana Santini e Paola Turroni con le quali ci siamo trovati subito in sintonia circa l’approccio integrato tra scrittura creativa e dialogo per sviluppare il progetto Aff-Amarsi. L’obiettivo era quello di ricercare nuovi modi di coinvolgere i ragazzi su temi rilevanti, portandoli a comprendere cosa si nasconde per loro dietro le parole “salute”, “benessere” e “felicità”, utilizzando il linguaggio dell’arte». 

Il percorso 

«Nel percorso, durato 3 weekend, abbiamo coinvolto 11 ragazzi tra i 15 e i 18 anni, provenienti da luoghi diversi» riporta Cristiana Santini, psicoterapeuta, esperta di relazioni familiari «per ragionare insieme a loro sui concetti di nutrizione, alimentazione, cibo e stile di vita sano, cercando gli inganni del linguaggio che ostacolano i comportamenti efficaci al proprio benessere. I giovani partecipanti sono stati sollecitati a svolgere un lavoro di problematizzazione e recupero della parola per indagare il rapporto particolare che questa generazione ha con l’informazione, con le parole e con l’immagine del benessere. Rapporto, questo, influenzato soprattutto dalla centralità che hanno i social nelle loro vite».

«Nel percorso, durato 3 weekend, abbiamo coinvolto 11 ragazzi tra i 15 e i 18 anni, provenienti da luoghi diversi» riporta Cristiana Santini, psicoterapeuta, esperta di relazioni familiari «per ragionare insieme a loro sui concetti di nutrizione, alimentazione, cibo e stile di vita sano, cercando gli inganni del linguaggio che ostacolano i comportamenti efficaci al proprio benessere. I giovani partecipanti sono stati sollecitati a svolgere un lavoro di problematizzazione e recupero della parola per indagare il rapporto particolare che questa generazione ha con l’informazione, con le parole e con l’immagine del benessere. Rapporto, questo, influenzato soprattutto dalla centralità che hanno i social nelle loro vite».

«Nel percorso, durato 3 weekend, abbiamo coinvolto 11 ragazzi tra i 15 e i 18 anni, provenienti da luoghi diversi» riporta Cristiana Santini, psicoterapeuta, esperta di relazioni familiari «per ragionare insieme a loro sui concetti di nutrizione, alimentazione, cibo e stile di vita sano, cercando gli inganni del linguaggio che ostacolano i comportamenti efficaci al proprio benessere. I giovani partecipanti sono stati sollecitati a svolgere un lavoro di problematizzazione e recupero della parola per indagare il rapporto particolare che questa generazione ha con l’informazione, con le parole e con l’immagine del benessere. Rapporto, questo, influenzato soprattutto dalla centralità che hanno i social nelle loro vite».

I risultati

«Oltre al podcast» ci spiega il regista Roberto Orazi «durante i 3 weekend abbiamo ripreso i lavori del gruppo di ragazzi con le loro consulenti e le esperienze. I dialoghi e i loro propositi sono confluiti nel documentario di 48 minuti intitolato con le parole di uno di loro, “Non darti pensiero per me”, nel quale sono raccolti gli interventi che gli stessi hanno deciso di consegnare ai loro coetanei e alla comunità educante a testimonianza della loro esperienza sul tema».  

«Oltre al podcast» ci spiega il regista Roberto Orazi «durante i 3 weekend abbiamo ripreso i lavori del gruppo di ragazzi con le loro consulenti e le esperienze. I dialoghi e i loro propositi sono confluiti nel documentario di 48 minuti intitolato con le parole di uno di loro, “Non darti pensiero per me”, nel quale sono raccolti gli interventi che gli stessi hanno deciso di consegnare ai loro coetanei e alla comunità educante a testimonianza della loro esperienza sul tema».  

«Oltre al podcast» ci spiega il regista Roberto Orazi «durante i 3 weekend abbiamo ripreso i lavori del gruppo di ragazzi con le loro consulenti e le esperienze. I dialoghi e i loro propositi sono confluiti nel documentario di 48 minuti intitolato con le parole di uno di loro, “Non darti pensiero per me”, nel quale sono raccolti gli interventi che gli stessi hanno deciso di consegnare ai loro coetanei e alla comunità educante a testimonianza della loro esperienza sul tema».  

"Non è scontato riuscire a trovare un contesto sicuro e protetto in cui esprimere e condividere i propri pensieri."

Ilaria

Ilaria

«Nel percorso, durato 3 weekend, abbiamo coinvolto 11 raga

«Nel percorso, durato 3 weekend, abbiamo coinvolto 11 raga

"Non è scontato riuscire a trovare un contesto sicuro e protetto in cui esprimere e condividere i propri pensieri"

Ilaria

«Nel percorso, durato 3 weekend, abbiamo coinvolto 11 raga

«Nel percorso, durato 3 weekend, abbiamo coinvolto 11 ragazzi tra i 15 e i 18 anni, provenienti da luoghi diversi» riportoro di problematizzazione e r

«Nel percorso, durato 3 weekend, abbiamo coinvolto 11 ragazzi tra i 15 e i 18 anni, provenienti da luoghi diversi» riportoro di problematizzazione e r

"La società ci presenta un modello estetico perfetto dove i problemi non sono contemplati e accettati. Non si parla mai di benessere, salute e problemi alimentari."

Angela

Angela

«Nel percorso, durato 3 weekend, abbiamo coinvolto 11 ragazzi tra i 15 e i 18 anni, provenienti da luoghi diversi» riportoro di problematizzazione e r

"La società ci presenta un modello estetico perfetto dove i problemi non sono contemplati e accettati. Non si parla mai di benessere, salute e problemi alimentari."

Angela

Eco-Comunità 

Eco-Comunità 

Eco-Comunità 

Un impegno per la salvaguardia del creato

Il progetto “Eco-comunità” è promosso dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI) e nasce da una proposta della “Commissione Globalizzazione e Ambiente” (GLAM) per alimentare la riflessione teologica e generare la consapevolezza di essere creature tra le creature al fine di alleggerire il carico ambientale delle proprie attività.

La Chiesa Avventista, grazie al rapporto coltivato negli anni con le altre confessioni religiose, dal 2006 è diventata membro osservatore della FCEI, aderendo anche alla GLAM con la designazione di un suo rappresentante.

Il progetto “Eco-comunità” è promosso dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI) e nasce da una proposta della “Commissione Globalizzazione e Ambiente” (GLAM) per alimentare la riflessione teologica e generare la consapevolezza di essere creature tra le creature al fine di alleggerire il carico ambientale delle proprie attività.

La Chiesa Avventista, grazie al rapporto coltivato negli anni con le altre confessioni religiose, dal 2006 è diventata membro osservatore della FCEI, aderendo anche alla GLAM con la designazione di un suo rappresentante.

Il progetto “Eco-comunità” è promosso dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI) e nasce da una proposta della “Commissione Globalizzazione e Ambiente” (GLAM) per alimentare la riflessione teologica e generare la consapevolezza di essere creature tra le creature al fine di alleggerire il carico ambientale delle proprie attività.

La Chiesa Avventista, grazie al rapporto coltivato negli anni con le altre confessioni religiose, dal 2006 è diventata membro osservatore della FCEI, aderendo anche alla GLAM con la designazione di un suo rappresentante.

L’iniziativa

«Consiste in una serie di attività di sensibilizzazione che prevedono il coinvolgimento delle singole persone delle chiese protestanti» spiega Francesca Evangelisti, rappresentante della GLAM per la Chiesa Avventista «che hanno espresso interesse e disponibilità a ridurre l’impronta ecologica della propria chiesa, sia attraverso la predicazione e l’insegnamento sia attraverso le buone pratiche. Per facilitare la verifica delle azioni possibili è stata preparata una lista di 40 proposte suddivise in paragrafi: culto, educazione e diaconia, amministrazione, acquisti, usi dell’energia, mobilità e rifiuti. Diventare eco-comunità è, infatti, un modo per dare credibilità ad un annuncio di impegno per la salvaguardia del creato e per connettersi a quanti già da qualche decennio hanno attivato progetti e indotto riconoscimenti legislativi a favore di produzioni e consumi equi e sostenibili». 

«Consiste in una serie di attività di sensibilizzazione che prevedono il coinvolgimento delle singole persone delle chiese protestanti» spiega Francesca Evangelisti, rappresentante della GLAM per la Chiesa Avventista «che hanno espresso interesse e disponibilità a ridurre l’impronta ecologica della propria chiesa, sia attraverso la predicazione e l’insegnamento sia attraverso le buone pratiche. Per facilitare la verifica delle azioni possibili è stata preparata una lista di 40 proposte suddivise in paragrafi: culto, educazione e diaconia, amministrazione, acquisti, usi dell’energia, mobilità e rifiuti. Diventare eco-comunità è, infatti, un modo per dare credibilità ad un annuncio di impegno per la salvaguardia del creato e per connettersi a quanti già da qualche decennio hanno attivato progetti e indotto riconoscimenti legislativi a favore di produzioni e consumi equi e sostenibili». 

«Consiste in una serie di attività di sensibilizzazione che prevedono il coinvolgimento delle singole persone delle chiese protestanti» spiega Francesca Evangelisti, rappresentante della GLAM per la Chiesa Avventista «che hanno espresso interesse e disponibilità a ridurre l’impronta ecologica della propria chiesa, sia attraverso la predicazione e l’insegnamento sia attraverso le buone pratiche. Per facilitare la verifica delle azioni possibili è stata preparata una lista di 40 proposte suddivise in paragrafi: culto, educazione e diaconia, amministrazione, acquisti, usi dell’energia, mobilità e rifiuti. Diventare eco-comunità è, infatti, un modo per dare credibilità ad un annuncio di impegno per la salvaguardia del creato e per connettersi a quanti già da qualche decennio hanno attivato progetti e indotto riconoscimenti legislativi a favore di produzioni e consumi equi e sostenibili». 

Un impegno per il futuro

La formula della eco comunità ha il pregio di accompagnare con la gradualità necessaria l’assunzione di impegni nella chiesa, possibilmente anche collegandosi alle reti del territorio. Il percorso, quindi, risulta essere un impegno serio e necessario, per tutte quelle comunità che hanno deciso di aderire. Sono stati previsti tre diplomi, da conferire in base al livello di impegno della singola comunità: “in conversione”, “in stato di avanzamento” e “sostenibile”. 

Sono tre le sfide principali che la GLAM ritiene di attuare con urgenza in questo primo secolo del III millennio: la transizione energetica e alimentare, l’abbandono di un modello di produzione usa e getta a favore di beni durevoli che non generano rifiuti, con modalità di accesso e non proprietaria e infine una generale riforestazione del pianeta. Obiettivi che soltanto insieme sarà possibile raggiungere. 

La formula della eco comunità ha il pregio di accompagnare con la gradualità necessaria l’assunzione di impegni nella chiesa, possibilmente anche collegandosi alle reti del territorio. Il percorso, quindi, risulta essere un impegno serio e necessario, per tutte quelle comunità che hanno deciso di aderire. Sono stati previsti tre diplomi, da conferire in base al livello di impegno della singola comunità: “in conversione”, “in stato di avanzamento” e “sostenibile”. 

Sono tre le sfide principali che la GLAM ritiene di attuare con urgenza in questo primo secolo del III millennio: la transizione energetica e alimentare, l’abbandono di un modello di produzione usa e getta a favore di beni durevoli che non generano rifiuti, con modalità di accesso e non proprietaria e infine una generale riforestazione del pianeta. Obiettivi che soltanto insieme sarà possibile raggiungere. 

La formula della eco comunità ha il pregio di accompagnare con la gradualità necessaria l’assunzione di impegni nella chiesa, possibilmente anche collegandosi alle reti del territorio. Il percorso, quindi, risulta essere un impegno serio e necessario, per tutte quelle comunità che hanno deciso di aderire. Sono stati previsti tre diplomi, da conferire in base al livello di impegno della singola comunità: “in conversione”, “in stato di avanzamento” e “sostenibile”. 

Sono tre le sfide principali che la GLAM ritiene di attuare con urgenza in questo primo secolo del III millennio: la transizione energetica e alimentare, l’abbandono di un modello di produzione usa e getta a favore di beni durevoli che non generano rifiuti, con modalità di accesso e non proprietaria e infine una generale riforestazione del pianeta. Obiettivi che soltanto insieme sarà possibile raggiungere. 

La realtà italiana

«L’obiettivo del progetto è quello di riuscire a coinvolgere più membri e chiese possibili» conclude Francesca Evangelisti. «Attualmente in Italia sono circa 60 le comunità protestanti che hanno deciso avviare un percorso di trasformazione delle abitudini energetiche e di consumo. Operare nella rete a cui fa capo la FCEI è certamente un vantaggio. Gli obiettivi raggiunti fin qui sono dipesi molto dalla facilità dell’approccio con le comunità che, riconoscendo la rete e il suo valore, accolgono quasi sempre il progetto proposto».   

«L’obiettivo del progetto è quello di riuscire a coinvolgere più membri e chiese possibili» conclude Francesca Evangelisti. «Attualmente in Italia sono circa 60 le comunità protestanti che hanno deciso avviare un percorso di trasformazione delle abitudini energetiche e di consumo. Operare nella rete a cui fa capo la FCEI è certamente un vantaggio. Gli obiettivi raggiunti fin qui sono dipesi molto dalla facilità dell’approccio con le comunità che, riconoscendo la rete e il suo valore, accolgono quasi sempre il progetto proposto».   

«L’obiettivo del progetto è quello di riuscire a coinvolgere più membri e chiese possibili» conclude Francesca Evangelisti. «Attualmente in Italia sono circa 60 le comunità protestanti che hanno deciso avviare un percorso di trasformazione delle abitudini energetiche e di consumo. Operare nella rete a cui fa capo la FCEI è certamente un vantaggio. Gli obiettivi raggiunti fin qui sono dipesi molto dalla facilità dell’approccio con le comunità che, riconoscendo la rete e il suo valore, accolgono quasi sempre il progetto proposto».   

Nutridono

Nutridono

Nutridono

L’app che nutre le famiglie a basso reddito

Può un’app nutrire il futuro? Sì! Si chiama Nutridono ed è il progetto che ADRA sta sviluppando insieme a Fondazione Comitans

Il bisogno a cui questa applicazione web vuole dare risposta è quello della povertà alimentare, in crescita nel mondo e in Italia. Nutridono contribuisce, infatti, a un’equa accessibilità alimentare per le famiglie a basso reddito e per le persone che ricevono aiuti alimentari dalle strutture caritative sui territori.

Può un’app nutrire il futuro? Sì! Si chiama Nutridono ed è il progetto che ADRA sta sviluppando insieme a Fondazione Comitans

Il bisogno a cui questa applicazione web vuole dare risposta è quello della povertà alimentare, in crescita nel mondo e in Italia. Nutridono contribuisce, infatti, a un’equa accessibilità alimentare per le famiglie a basso reddito e per le persone che ricevono aiuti alimentari dalle strutture caritative sui territori.

Può un’app nutrire il futuro? Sì! Si chiama Nutridono ed è il progetto che ADRA sta sviluppando insieme a Fondazione Comitans

Il bisogno a cui questa applicazione web vuole dare risposta è quello della povertà alimentare, in crescita nel mondo e in Italia. Nutridono contribuisce, infatti, a un’equa accessibilità alimentare per le famiglie a basso reddito e per le persone che ricevono aiuti alimentari dalle strutture caritative sui territori.

Quasi

Quasi

Quasi

milioni

di italiani costretti a chiedere aiuto per mangiare 

di italiani costretti a chiedere aiuto per mangiare 

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Una guida affidabile e a portata di mano

L’app Nutridono nasce per sostenere in modo concreto, facile e immediato i volontari degli enti del terzo settore che si occupano di distribuire aiuti alimentari alle famiglie che vivono in situazione di povertà, in particolare con madri e bambini vulnerabili. Spesso realizzare il pacco alimentare nutrizionalmente più sano ed equilibrato possibile, ossia adeguato alle reali esigenze di chi lo riceverà, non è semplice.

L’app Nutridono nasce per sostenere in modo concreto, facile e immediato i volontari degli enti del terzo settore che si occupano di distribuire aiuti alimentari alle famiglie che vivono in situazione di povertà, in particolare con madri e bambini vulnerabili. Spesso realizzare il pacco alimentare nutrizionalmente più sano ed equilibrato possibile, ossia adeguato alle reali esigenze di chi lo riceverà, non è semplice.

L’app Nutridono nasce per sostenere in modo concreto, facile e immediato i volontari degli enti del terzo settore che si occupano di distribuire aiuti alimentari alle famiglie che vivono in situazione di povertà, in particolare con madri e bambini vulnerabili. Spesso realizzare il pacco alimentare nutrizionalmente più sano ed equilibrato possibile, ossia adeguato alle reali esigenze di chi lo riceverà, non è semplice.

Oltre

Oltre

Oltre

mila

bambini sotto i 15 anni bisognosi di assistenza per cibarsi  

bambini sotto i 15 anni bisognosi di assistenza per cibarsi  

bambini sotto i 15 anni bisognosi di assistenza per cibarsi  

Obiettivi ben precisi 

Nutridono è stata realizzata con lo scopo di formare e di supportare i volontari degli enti del terzo settore nel momento in cui distribuiscono alle famiglie il pacco alimentare, in modo da poter selezionare gli alimenti nutrizionalmente più adeguati alle specifiche esigenze. A partire da quelle delle mamme e dei bambini. Questo metodo di lavoro ha inoltre l’obiettivo di generare o rafforzare la consapevolezza delle famiglie in difficoltà socio-economica in merito all’importanza di una nutrizione adeguata per la salute. Infine, quello che potremmo definire un macro-obiettivo da consolidare nel lungo periodo, è portare all’attenzione del sistema di distribuzione alimentare la consapevolezza di dover garantire una alimentazione di qualità a favore del benessere dei beneficiari

Nutridono è stata realizzata con lo scopo di formare e di supportare i volontari degli enti del terzo settore nel momento in cui distribuiscono alle famiglie il pacco alimentare, in modo da poter selezionare gli alimenti nutrizionalmente più adeguati alle specifiche esigenze. A partire da quelle delle mamme e dei bambini. Questo metodo di lavoro ha inoltre l’obiettivo di generare o rafforzare la consapevolezza delle famiglie in difficoltà socio-economica in merito all’importanza di una nutrizione adeguata per la salute. Infine, quello che potremmo definire un macro-obiettivo da consolidare nel lungo periodo, è portare all’attenzione del sistema di distribuzione alimentare la consapevolezza di dover garantire una alimentazione di qualità a favore del benessere dei beneficiari

Nutridono è stata realizzata con lo scopo di formare e di supportare i volontari degli enti del terzo settore nel momento in cui distribuiscono alle famiglie il pacco alimentare, in modo da poter selezionare gli alimenti nutrizionalmente più adeguati alle specifiche esigenze. A partire da quelle delle mamme e dei bambini. Questo metodo di lavoro ha inoltre l’obiettivo di generare o rafforzare la consapevolezza delle famiglie in difficoltà socio-economica in merito all’importanza di una nutrizione adeguata per la salute. Infine, quello che potremmo definire un macro-obiettivo da consolidare nel lungo periodo, è portare all’attenzione del sistema di distribuzione alimentare la consapevolezza di dover garantire una alimentazione di qualità a favore del benessere dei beneficiari

Quasi

Quasi

Quasi

mila

di italiani costretti a chiedere aiuto per mangiare 

di italiani costretti a chiedere aiuto per mangiare 

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A che punto siamo 

Il 2022 è stato dedicato allo sviluppo tecnologico di Nutridono necessario ai volontari delle organizzazioni, già accreditate alla distribuzione alimentare, per la preparazione di pacchi alimentari di valore, nello specifico per le mamme in gravidanza e i loro bambini. Il progetto Nutridono prevede la sperimentazione in 10 centri caritatevoli per valutarne efficacia e impatto. Si tratta di un passo importante verso un futuro in cui la tecnologia potrà essere utilizzata per migliorare l’attività dei volontari, ottimizzando la composizione dei pacchi anzitutto per le mamme in gravidanza e i bambini che vivono in condizioni sociali precarie. Al contempo verranno raccolti i dati sugli alimenti mancanti e di rilevante importanza nutrizionale che verranno condivisi con le realtà del terzo settore che compongono pacchi alimentari in tutta Italia. 

Il 2022 è stato dedicato allo sviluppo tecnologico di Nutridono necessario ai volontari delle organizzazioni, già accreditate alla distribuzione alimentare, per la preparazione di pacchi alimentari di valore, nello specifico per le mamme in gravidanza e i loro bambini. Il progetto Nutridono prevede la sperimentazione in 10 centri caritatevoli per valutarne efficacia e impatto. Si tratta di un passo importante verso un futuro in cui la tecnologia potrà essere utilizzata per migliorare l’attività dei volontari, ottimizzando la composizione dei pacchi anzitutto per le mamme in gravidanza e i bambini che vivono in condizioni sociali precarie. Al contempo verranno raccolti i dati sugli alimenti mancanti e di rilevante importanza nutrizionale che verranno condivisi con le realtà del terzo settore che compongono pacchi alimentari in tutta Italia. 

Il 2022 è stato dedicato allo sviluppo tecnologico di Nutridono necessario ai volontari delle organizzazioni, già accreditate alla distribuzione alimentare, per la preparazione di pacchi alimentari di valore, nello specifico per le mamme in gravidanza e i loro bambini. Il progetto Nutridono prevede la sperimentazione in 10 centri caritatevoli per valutarne efficacia e impatto. Si tratta di un passo importante verso un futuro in cui la tecnologia potrà essere utilizzata per migliorare l’attività dei volontari, ottimizzando la composizione dei pacchi anzitutto per le mamme in gravidanza e i bambini che vivono in condizioni sociali precarie. Al contempo verranno raccolti i dati sugli alimenti mancanti e di rilevante importanza nutrizionale che verranno condivisi con le realtà del terzo settore che compongono pacchi alimentari in tutta Italia. 

Se questo è un gioco

Se questo è un gioco

Se questo è un gioco

«Non avevo più una vita mia. Ero come un burattino e il gioco era il mio Mangiafuoco». Questa la confessione di uno dei molti ex giocatori d’azzardo che hanno deciso di condividere la propria esperienza di gioco patologico come testimonianza utile per chi si trova a vivere nella trappola dell’azzardo. Giocatori e giocatrici, 

ma anche familiari.

Testimonianze preziose che hanno contribuito a realizzare la missione di Se questo è un gioco, il portale che intercetta online il giocatore d’azzardo (problematico o a rischio di dipendenza). 

Se questo è un gioco, infatti, avvia il giocatore, ma anche il semplice cittadino, in un percorso di consapevolezza, frutto di conoscenza e di corretta informazione. Una informazione capillare e responsabile, perché frutto del confronto con i migliori esperti e della verifica delle fonti.

Per questo motivo Se questo è un gioco rappresenta l’unico luogo digitale (e molto reale) in Italia, dove trovare una panoramica completa e sempre in aggiornamento del fenomeno dell’azzardo, in tutte le sue dimensioni: sociale, economica, sanitaria, giuridica, culturale ed educativa.

Testimonianze preziose che hanno contribuito a realizzare la missione di Se questo è un gioco, il portale che intercetta online il giocatore d’azzardo (problematico o a rischio di dipendenza). 

Se questo è un gioco, infatti, avvia il giocatore, ma anche il semplice cittadino, in un percorso di consapevolezza, frutto di conoscenza e di corretta informazione. Una informazione capillare e responsabile, perché frutto del confronto con i migliori esperti e della verifica delle fonti.

Per questo motivo Se questo è un gioco rappresenta l’unico luogo digitale (e molto reale) in Italia, dove trovare una panoramica completa e sempre in aggiornamento del fenomeno dell’azzardo, in tutte le sue dimensioni: sociale, economica, sanitaria, giuridica, culturale ed educativa.

Testimonianze preziose che hanno contribuito a realizzare la missione di Se questo è un gioco, il portale che intercetta online il giocatore d’azzardo (problematico o a rischio di dipendenza). 

Se questo è un gioco, infatti, avvia il giocatore, ma anche il semplice cittadino, in un percorso di consapevolezza, frutto di conoscenza e di corretta informazione. Una informazione capillare e responsabile, perché frutto del confronto con i migliori esperti e della verifica delle fonti.

Per questo motivo Se questo è un gioco rappresenta l’unico luogo digitale (e molto reale) in Italia, dove trovare una panoramica completa e sempre in aggiornamento del fenomeno dell’azzardo, in tutte le sue dimensioni: sociale, economica, sanitaria, giuridica, culturale ed educativa.

Se questo è un gioco mette a disposizione il collegamento con i Servizi per le Dipendenze Territoriali (Ser.D) a cui è dedicata un’apposita pagina web in continuo aggiornamento, oltre a un servizio di chat online e ai canali social (Facebook e Instagram). In questi luoghi digitali si instaura un dialogo con gli utenti che inviano domande, richieste di aiuto e di informazione.  

 

Se questo è un gioco è uno strumento utile per i familiari e per chi deve aiutare chi vive il dramma dell’azzardo. Sappiamo infatti che l’azzardo coinvolge nel cerchio caldo del proprio disagio circa 8 persone, oltre il giocatore.  

Se questo è un gioco mette a disposizione il collegamento con i Servizi per le Dipendenze Territoriali (Ser.D) a cui è dedicata un’apposita pagina web in continuo aggiornamento, oltre a un servizio di chat online e ai canali social (Facebook e Instagram). In questi luoghi digitali si instaura un dialogo con gli utenti che inviano domande, richieste di aiuto e di informazione.  

 

Se questo è un gioco è uno strumento utile per i familiari e per chi deve aiutare chi vive il dramma dell’azzardo. Sappiamo infatti che l’azzardo coinvolge nel cerchio caldo del proprio disagio circa 8 persone, oltre il giocatore.  

Se questo è un gioco mette a disposizione il collegamento con i Servizi per le Dipendenze Territoriali (Ser.D) a cui è dedicata un’apposita pagina web in continuo aggiornamento, oltre a un servizio di chat online e ai canali social (Facebook e Instagram). In questi luoghi digitali si instaura un dialogo con gli utenti che inviano domande, richieste di aiuto e di informazione.  

 

Se questo è un gioco è uno strumento utile per i familiari e per chi deve aiutare chi vive il dramma dell’azzardo. Sappiamo infatti che l’azzardo coinvolge nel cerchio caldo del proprio disagio circa 8 persone, oltre il giocatore.  

Il volume di denaro giocato in Italia nel 2021 è aumentato del 21%, attestandosi sul valore di 111,17 miliardi di euro, facendo segnare un nuovo record storico. Giova ricordare che il dato del 2020 era stato profondamente influenzato dalla pandemia e dalle chiusure al gioco fisico imposte per limitare la diffusione del Covid-19. Nell’arco di appena 12 mesi la Raccolta è pertanto tornata ai livelli pre-pandemici – furono 110 i miliardi di euro giocati nel corso del 2019 – ma, come vedremo, con una ripartizione diversa fra gioco fisico e gioco online.

Tabella a IX. 30 - Raccolta, Vincite, Spesa, Erario

Tabella a IX. 30 - Raccolta, Vincite, Spesa, Erario

Tabella a IX. 30 - Raccolta, Vincite, Spesa, Erario

Anno
Anno
Anno

2019

2019

2020

2021

Raccolta
Raccolta

110.464,18

Vincite
Vincite

91.044,77

Spesa
Spesa

19.419,53

Erario
Erario

11.351,01

Raccolta
Raccolta
Raccolta

110.464,18

88.254,88

88.254,88

111.179,68

Anno
Anno

2020

Vincite
Vincite

75.302,52

Spesa
Spesa

12.952,32

Erario
Erario

7.236,31

Vincite
Vincite
Vincite

91.044,77

75.302,52

95.681,83

95.681,83

Anno
Anno

2021

Raccolta
Raccolta

111.179,68

Spesa
Spesa

15.490,69

Erario
Erario

8.408,73

Spesa
Spesa

19.419,53

12.952,32

15.490,69

Erario
Erario

11.351,01

7.236,31

8.408,73

Glossario

Per “Raccolta” si intende l’ammontare complessivo delle puntate effettuate dalla collettività dei giocatori.  La “Spesa” corrisponde alle perdite dei giocatori ed è data dalla differenza tra “Raccolta” e “Vincite”. Corrisponde inoltre al “Ricavo” della filiera (al lordo delle somme destinate all’Erario). L’“Erario” costituisce l’ammontare totale dell’imposizione fiscale e del differenziale residuale tra Raccolta, Aggi e Vincite dei giochi che entra nelle casse pubbliche.

Fonte: Pandemia da azzardo 

Per “Raccolta” si intende l’ammontare complessivo delle puntate effettuate dalla collettività dei giocatori.  La “Spesa” corrisponde alle perdite dei giocatori ed è data dalla differenza tra “Raccolta” e “Vincite”. Corrisponde inoltre al “Ricavo” della filiera (al lordo delle somme destinate all’Erario). L’“Erario” costituisce l’ammontare totale dell’imposizione fiscale e del differenziale residuale tra Raccolta, Aggi e Vincite dei giochi che entra nelle casse pubbliche.

Fonte: Pandemia da azzardo 

Per “Raccolta” si intende l’ammontare complessivo delle puntate effettuate dalla collettività dei giocatori.  La “Spesa” corrisponde alle perdite dei giocatori ed è data dalla differenza tra “Raccolta” e “Vincite”. Corrisponde inoltre al “Ricavo” della filiera (al lordo delle somme destinate all’Erario). L’“Erario” costituisce l’ammontare totale dell’imposizione fiscale e del differenziale residuale tra Raccolta, Aggi e Vincite dei giochi che entra nelle casse pubbliche.

Fonte: Pandemia da azzardo 

Se questo è un gioco

nasce dalla sinergia tra Fondazione Adventum e Avviso Pubblico, l’associazione che collega ed organizza gli amministratori locali (Comuni, unioni di comuni, Città metropolitane, Province e Regioni) che si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica nella politica, nella Pubblica Amministrazione e sui territori. Avviso Pubblico è periodicamente audita da diverse commissioni parlamentari di inchiesta, tra cui quella sul fenomeno delle mafie e del gioco d’azzardo.

nasce dalla sinergia tra Fondazione Adventum e Avviso Pubblico, l’associazione che collega ed organizza gli amministratori locali (Comuni, unioni di comuni, Città metropolitane, Province e Regioni) che si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica nella politica, nella Pubblica Amministrazione e sui territori. Avviso Pubblico è periodicamente audita da diverse commissioni parlamentari di inchiesta, tra cui quella sul fenomeno delle mafie e del gioco d’azzardo.

nasce dalla sinergia tra Fondazione Adventum e Avviso Pubblico, l’associazione che collega ed organizza gli amministratori locali (Comuni, unioni di comuni, Città metropolitane, Province e Regioni) che si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica nella politica, nella Pubblica Amministrazione e sui territori. Avviso Pubblico è periodicamente audita da diverse commissioni parlamentari di inchiesta, tra cui quella sul fenomeno delle mafie e del gioco d’azzardo.

Tavolo Insieme per la Salute

Tavolo Insieme per la Salute

Tavolo Insieme per la Salute

Era il 26 ottobre 2020 quando si è tenuta una videoconferenza indetta dalla Chiesa Avventista dal titolo “Insieme per la salute”. Un primo incontro per ragionare su come rispondere ai nuovi problemi derivanti dall’emergenza Covid-19 e non solo.
Il tavolo di coprogettazione, nato da questo primo incontro, ha deciso di dedicare le proprie energie in interventi con l’obiettivo di sensibilizzare sul tema dell’obesità giovanile. 

Giuseppe Cupertino, pastore della Chiesa Avventista e coordinatore della Diaconia Avventista, in proposito riferisce: «La Chiesa Avventista ha investito molto su questo tavolo di lavoro perché consapevole che lavorare in rete, condividendo risorse e competenze, favorisce il raggiungimento degli obiettivi. I 41 partecipanti delle 29 organizzazioni aderenti si sono incontrati per formulare una progettualità condivisa in grado di rispondere alle nuove istanze emerse durante la pandemia». 

Un primo risultato è stata la stesura di un manifesto condiviso, con la funzione di orientare le attività future della rete:  

Un primo risultato è stata la stesura di un manifesto condiviso, con la funzione di orientare le attività future della rete:  

Un primo risultato è stata la stesura di un manifesto condiviso, con la funzione di orientare le attività future della rete:  

1

Lavorare con le istituzioni per disegnare nuove strategie e soluzioni per il contrasto all’obesità. 

2

Adottare e diffondere tali soluzioni per ridurre e migliorare la salute delle persone.

3

Misurare e raccontare l’efficacia degli interventi per permette di mantenere alto l’ingaggio di tutti gli stakeholder (beneficiari e partner) nel lungo periodo.

4

Essere presenti presso i beneficiari.

5

Essere sia portatori di bisogni che comunità educante. Per questo bisogna privilegiare soluzioni che creano momenti di ascolto, confronto e co-progettazione alla pari.

6

Disegnare soluzioni che rispondano ai bisogni, facilitino nuove relazioni e rinforzino quelle deboli, per costruire comunità motivanti.

Un altro importante risultato del tavolo è stata l’organizzazione di un BarCamp. Guglielmo Apolloni, coordinatore dei lavori del tavolo ed esperto di cooprogettazione, per conto di Social Seed, spiega: «si tratta di una non-conferenza con un format innovativo in cui il contenuto dell’evento è influenzato e creato da chi partecipa. Oltre ai rappresentanti delle organizzazioni partecipanti al tavolo e non solo, erano presenti tre ospiti che hanno portato il loro punto di vista e le loro competenze sul tema salute, obesità e relazioni sociali: Cecilia Bartolucci, presidente e fondatrice di Fondazione Comitans e ricercatrice del CNR, Giovanni Varrasi, docente presso la Facoltà di medicina di Firenze e psicoterapeuta e Alessia Mantovani, di “Sport senza frontiere”».

Il lavoro di coprogettazione in rete e gli eventi di formazione hanno portato alcune organizzazioni allo sviluppo di linee progettuali dedicate alla realizzazione del dispositivo “Podcast”, che ha visto il coinvolgimento diretto di gruppi di ragazzi provenienti dalle scuole coinvolte, di cui rendiamo conto altrove in queste pagine.  

Un altro importante risultato del tavolo è stata l’organizzazione di un BarCamp. Guglielmo Apolloni, coordinatore dei lavori del tavolo ed esperto di cooprogettazione, per conto di Social Seed, spiega: «si tratta di una non-conferenza con un format innovativo in cui il contenuto dell’evento è influenzato e creato da chi partecipa. Oltre ai rappresentanti delle organizzazioni partecipanti al tavolo e non solo, erano presenti tre ospiti che hanno portato il loro punto di vista e le loro competenze sul tema salute, obesità e relazioni sociali: Cecilia Bartolucci, presidente e fondatrice di Fondazione Comitans e ricercatrice del CNR, Giovanni Varrasi, docente presso la Facoltà di medicina di Firenze e psicoterapeuta e Alessia Mantovani, di “Sport senza frontiere”».

Il lavoro di coprogettazione in rete e gli eventi di formazione hanno portato alcune organizzazioni allo sviluppo di linee progettuali dedicate alla realizzazione del dispositivo “Podcast”, che ha visto il coinvolgimento diretto di gruppi di ragazzi provenienti dalle scuole coinvolte, di cui rendiamo conto altrove in queste pagine.  

Un altro importante risultato del tavolo è stata l’organizzazione di un BarCamp. Guglielmo Apolloni, coordinatore dei lavori del tavolo ed esperto di cooprogettazione, per conto di Social Seed, spiega: «si tratta di una non-conferenza con un format innovativo in cui il contenuto dell’evento è influenzato e creato da chi partecipa. Oltre ai rappresentanti delle organizzazioni partecipanti al tavolo e non solo, erano presenti tre ospiti che hanno portato il loro punto di vista e le loro competenze sul tema salute, obesità e relazioni sociali: Cecilia Bartolucci, presidente e fondatrice di Fondazione Comitans e ricercatrice del CNR, Giovanni Varrasi, docente presso la Facoltà di medicina di Firenze e psicoterapeuta e Alessia Mantovani, di “Sport senza frontiere”».

Il lavoro di coprogettazione in rete e gli eventi di formazione hanno portato alcune organizzazioni allo sviluppo di linee progettuali dedicate alla realizzazione del dispositivo “Podcast”, che ha visto il coinvolgimento diretto di gruppi di ragazzi provenienti dalle scuole coinvolte, di cui rendiamo conto altrove in queste pagine.  

Come dice Sara Lauro, facilitatrice di percorsi di innovazione sociale, che ha coordinato le attività del tavolo, «Il gruppo di lavoro che seguiamo dal 2021 è affiatato, collaborativo, aperto al dialogo e con forte spirito di innovazione e non perde mai di vista il senso della propria visione. Questo ha reso la nostra collaborazione un’esperienza positiva, edificante e stimolante». 

Molto è stato fatto e molto resta ancora da fare. Per questo, il Tavolo “Insieme per la salute” continua a lavorare in rete e a porsi degli obiettivi per raggiungere il traguardo: il benessere dei più giovani.

Come dice Sara Lauro, facilitatrice di percorsi di innovazione sociale, che ha coordinato le attività del tavolo, «Il gruppo di lavoro che seguiamo dal 2021 è affiatato, collaborativo, aperto al dialogo e con forte spirito di innovazione e non perde mai di vista il senso della propria visione. Questo ha reso la nostra collaborazione un’esperienza positiva, edificante e stimolante». 

Molto è stato fatto e molto resta ancora da fare. Per questo, il Tavolo “Insieme per la salute” continua a lavorare in rete e a porsi degli obiettivi per raggiungere il traguardo: il benessere dei più giovani.

Come dice Sara Lauro, facilitatrice di percorsi di innovazione sociale, che ha coordinato le attività del tavolo, «Il gruppo di lavoro che seguiamo dal 2021 è affiatato, collaborativo, aperto al dialogo e con forte spirito di innovazione e non perde mai di vista il senso della propria visione. Questo ha reso la nostra collaborazione un’esperienza positiva, edificante e stimolante». 

Molto è stato fatto e molto resta ancora da fare. Per questo, il Tavolo “Insieme per la salute” continua a lavorare in rete e a porsi degli obiettivi per raggiungere il traguardo: il benessere dei più giovani.

Sezione Organizzazioni

Sezione Organizzazioni

Sezione Organizzazioni

Volontari

Referenti locali

Sedi locali

Dipendenti

ADRA Italia è l’Agenzia umanitaria Avventista che opera in Italia e in altri 118 Paesi del mondo. Si impegna nella lotta alla povertà e nel fornire supporto e sollievo verso le situazioni di disagio sociale, senza distinzione di appartenenza politica, religiosa, etnica o di genere. Fornisce aiuto concreto e riconosce il valore e la dignità della persona. ADRA s’impegna nella distribuzione alimentare, attività sociali, integrazione dei migranti, progetti di cooperazione internazionale e nell‘animazione ospedaliera.

Testimonianze

“Siamo una famiglia di 5 persone; mio marito è disoccupato, io senza lavoro; Il supermercato veramente costa tanto, con 100 € non fai nulla; quello che mi danno non è per tutta la settimana però qualche giorno; il resto piano piano un po’ al mercato; o paghi le bollette o compri le cose”*

“Sulla sedia a rotelle ho provato difficoltà nel superare ostacoli che nella mia vita ho sempre ritenuto banali”; “Non bisogna farsi pregiudizi; la vita con delle disabilità è molto più difficile di quanto pensassi”; “Ho capito che tutti possiamo fare qualcosa per cambiare”.**

* Testimonianza raccolta da una famiglia beneficiaria del pacco alimentare, grazie al progetto “Solidarietà alimentare” che ADRA porta avanti in 32 sedi nazionali, grazie alla collaborazione con il Banco Alimentare. La fragilità e il costo di vita hanno fatto crescere la richiesta di aiuto delle famiglie.

** Testimonianze di ragazzi raccolte all’interno del progetto “Marciapiede didattico” progetto educativo sociale e di ricerca, in collaborazione con il Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letterature e Psicologia dell’Università degli studi di Firenze

Foto di Elyse Chia

Volontari

Referenti locali

Sedi locali

Dipendenti

ADRA Italia è l’Agenzia umanitaria Avventista che opera in Italia e in altri 118 Paesi del mondo. Si impegna nella lotta alla povertà e nel fornire supporto e sollievo verso le situazioni di disagio sociale, senza distinzione di appartenenza politica, religiosa, etnica o di genere. Fornisce aiuto concreto e riconosce il valore e la dignità della persona. ADRA s’impegna nella distribuzione alimentare, attività sociali, integrazione dei migranti, progetti di cooperazione internazionale e nell‘animazione ospedaliera.

Testimonianze

“Siamo una famiglia di 5 persone; mio marito è disoccupato, io senza lavoro; Il supermercato veramente costa tanto, con 100 € non fai nulla; quello che mi danno non è per tutta la settimana però qualche giorno; il resto piano piano un po’ al mercato; o paghi le bollette o compri le cose”*

“Sulla sedia a rotelle ho provato difficoltà nel superare ostacoli che nella mia vita ho sempre ritenuto banali”; “Non bisogna farsi pregiudizi; la vita con delle disabilità è molto più difficile di quanto pensassi”; “Ho capito che tutti possiamo fare qualcosa per cambiare”.**

* Testimonianza raccolta da una famiglia beneficiaria del pacco alimentare, grazie al progetto “Solidarietà alimentare” che ADRA porta avanti in 32 sedi nazionali, grazie alla collaborazione con il Banco Alimentare. La fragilità e il costo di vita hanno fatto crescere la richiesta di aiuto delle famiglie.

** Testimonianze di ragazzi raccolte all’interno del progetto “Marciapiede didattico” progetto educativo sociale e di ricerca, in collaborazione con il Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letterature e Psicologia dell’Università degli studi di Firenze

Foto di Elyse Chia

Volontari

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Sedi locali

Dipendenti

ADRA Italia è l’Agenzia umanitaria Avventista che opera in Italia e in altri 118 Paesi del mondo. Si impegna nella lotta alla povertà e nel fornire supporto e sollievo verso le situazioni di disagio sociale, senza distinzione di appartenenza politica, religiosa, etnica o di genere. Fornisce aiuto concreto e riconosce il valore e la dignità della persona. ADRA s’impegna nella distribuzione alimentare, attività sociali, integrazione dei migranti, progetti di cooperazione internazionale e nell‘animazione ospedaliera.

Testimonianze

“Siamo una famiglia di 5 persone; mio marito è disoccupato, io senza lavoro; Il supermercato veramente costa tanto, con 100 € non fai nulla; quello che mi danno non è per tutta la settimana però qualche giorno; il resto piano piano un po’ al mercato; o paghi le bollette o compri le cose”*

“Sulla sedia a rotelle ho provato difficoltà nel superare ostacoli che nella mia vita ho sempre ritenuto banali”; “Non bisogna farsi pregiudizi; la vita con delle disabilità è molto più difficile di quanto pensassi”; “Ho capito che tutti possiamo fare qualcosa per cambiare”.**

* Testimonianza raccolta da una famiglia beneficiaria del pacco alimentare, grazie al progetto “Solidarietà alimentare” che ADRA porta avanti in 32 sedi nazionali, grazie alla collaborazione con il Banco Alimentare. La fragilità e il costo di vita hanno fatto crescere la richiesta di aiuto delle famiglie.

** Testimonianze di ragazzi raccolte all’interno del progetto “Marciapiede didattico” progetto educativo sociale e di ricerca, in collaborazione con il Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letterature e Psicologia dell’Università degli studi di Firenze

Foto di Elyse Chia

ADVENTUM

www.adventum.org

Personale retribuito

Volontari

Numero ascolti

Pratiche di consulenza e tutoraggio attivate

Erogazioni di prestiti

Valore complessivo prestiti erogati

Adventum Onlus è una fondazione che dal 1995 lavora per rispondere alle situazioni di sovraindebitamento connesse al rischio usura. Opera nel sociale per dare una risposta alle situazioni di disagio economico. Mediante l‘utilizzo di risorse proprie e del fondo ministeriale ex legge 108/96, presta idonee garanzie per facilitare la concessione di crediti a persone sovraindebitate sulla base di criteri di meritevolezza. Obiettivo della Fondazione è anche la prevenzione e la formazione, è infatti promotrice di azioni mirate all‘educazione alla legalità e all‘uso responsabile del denaro.

Testimonianze

I miei genitori mi hanno trasmesso il senso della correttezza e della famiglia, e mi hanno cresciuta nel decoro e nell’educazione. Continuai a vivere questi valori anche quando mi sposai ed educai i miei due figli. Non pensavo minimamente di potermi trovare in difficoltà, avevo un buon lavoro da impiegata in un’azienda consolidata, mio marito era un professionista affermato e la casa era di proprietà. Poi… io e mio marito ci separammo.

Per aiutare i miei due figli accesi tre finanziamenti. Mi sembrava naturale aiutare i ragazzi, ma non avevo fatto i conti con gli imprevisti e con il fatto che le cose non vanno sempre bene. 

Non riuscivo più a pagare le rate perché il mio stipendio non bastava. Mi rivolsi a uno sportello di aiuto quando ricevetti un conguaglio del gas e del condominio nella stessa settimana: era chiaro che non ce l’avrei fatta. Lo sportello mi indirizzò alla Fondazione Adventum che mi chiese di mettere nero su bianco tutto, spese, rate, utenze… Non fu facile. Concordammo con gli operatori di trattare con le finanziarie per chiudere i debiti e avere un’unica rata e adesso, anche se è ancora impensabile permettermi una settimana al mare con mia sorella, almeno a fine mese non ho pagamenti in sospeso con nessuno!

ADVENTUM

www.adventum.org

Personale retribuito

Volontari

Numero ascolti

Pratiche di consulenza e tutoraggio attivate

Erogazioni di prestiti

Valore complessivo prestiti erogati

Adventum Onlus è una fondazione che dal 1995 lavora per rispondere alle situazioni di sovraindebitamento connesse al rischio usura. Opera nel sociale per dare una risposta alle situazioni di disagio economico. Mediante l‘utilizzo di risorse proprie e del fondo ministeriale ex legge 108/96, presta idonee garanzie per facilitare la concessione di crediti a persone sovraindebitate sulla base di criteri di meritevolezza. Obiettivo della Fondazione è anche la prevenzione e la formazione, è infatti promotrice di azioni mirate all‘educazione alla legalità e all‘uso responsabile del denaro.

Testimonianze

I miei genitori mi hanno trasmesso il senso della correttezza e della famiglia, e mi hanno cresciuta nel decoro e nell’educazione. Continuai a vivere questi valori anche quando mi sposai ed educai i miei due figli. Non pensavo minimamente di potermi trovare in difficoltà, avevo un buon lavoro da impiegata in un’azienda consolidata, mio marito era un professionista affermato e la casa era di proprietà. Poi… io e mio marito ci separammo.

Per aiutare i miei due figli accesi tre finanziamenti. Mi sembrava naturale aiutare i ragazzi, ma non avevo fatto i conti con gli imprevisti e con il fatto che le cose non vanno sempre bene. 

Non riuscivo più a pagare le rate perché il mio stipendio non bastava. Mi rivolsi a uno sportello di aiuto quando ricevetti un conguaglio del gas e del condominio nella stessa settimana: era chiaro che non ce l’avrei fatta. Lo sportello mi indirizzò alla Fondazione Adventum che mi chiese di mettere nero su bianco tutto, spese, rate, utenze… Non fu facile. Concordammo con gli operatori di trattare con le finanziarie per chiudere i debiti e avere un’unica rata e adesso, anche se è ancora impensabile permettermi una settimana al mare con mia sorella, almeno a fine mese non ho pagamenti in sospeso con nessuno!

ADVENTUM

www.adventum.org

Personale retribuito

Volontari

Numero ascolti

Pratiche di consulenza e tutoraggio attivate

Erogazioni di prestiti

Valore complessivo prestiti erogati

Adventum Onlus è una fondazione che dal 1995 lavora per rispondere alle situazioni di sovraindebitamento connesse al rischio usura. Opera nel sociale per dare una risposta alle situazioni di disagio economico. Mediante l‘utilizzo di risorse proprie e del fondo ministeriale ex legge 108/96, presta idonee garanzie per facilitare la concessione di crediti a persone sovraindebitate sulla base di criteri di meritevolezza. Obiettivo della Fondazione è anche la prevenzione e la formazione, è infatti promotrice di azioni mirate all‘educazione alla legalità e all‘uso responsabile del denaro.

Testimonianze

I miei genitori mi hanno trasmesso il senso della correttezza e della famiglia, e mi hanno cresciuta nel decoro e nell’educazione. Continuai a vivere questi valori anche quando mi sposai ed educai i miei due figli. Non pensavo minimamente di potermi trovare in difficoltà, avevo un buon lavoro da impiegata in un’azienda consolidata, mio marito era un professionista affermato e la casa era di proprietà. Poi… io e mio marito ci separammo.

Per aiutare i miei due figli accesi tre finanziamenti. Mi sembrava naturale aiutare i ragazzi, ma non avevo fatto i conti con gli imprevisti e con il fatto che le cose non vanno sempre bene. 

Non riuscivo più a pagare le rate perché il mio stipendio non bastava. Mi rivolsi a uno sportello di aiuto quando ricevetti un conguaglio del gas e del condominio nella stessa settimana: era chiaro che non ce l’avrei fatta. Lo sportello mi indirizzò alla Fondazione Adventum che mi chiese di mettere nero su bianco tutto, spese, rate, utenze… Non fu facile. Concordammo con gli operatori di trattare con le finanziarie per chiudere i debiti e avere un’unica rata e adesso, anche se è ancora impensabile permettermi una settimana al mare con mia sorella, almeno a fine mese non ho pagamenti in sospeso con nessuno!

Membri

Paesi nel mondo

Membri volontari

Dipendenti

L’Associazione internazionale per la difesa della Libertà Religiosa è un‘organizzazione non governativa riconosciuta presso l‘ONU e il Consiglio d‘Europa. L‘Associazione ha sede a Berna ed è presente in diversi paesi del mondo. Gli scopi dell‘Associazione riguardano la valorizzazione della dignità umana affinché ogni individuo possa liberamente sviluppare la propria identità in coerenza con le statuizioni della propria coscienza; la salvaguardia della libertà di religione e di culto; la promozione dei diritti civili e politici come necessaria e ineludibile premessa per il pieno sviluppo della libertà individuale in una società plurale e laica e infine la comprensione e il rispetto reciproco tra gli uomini di ogni fede e convinzione.

Negli anni ‘70 lo Stato laico era concepito come uno strumento per garantire l’uguaglianza dei cittadini in materia religiosa, limitando il potere della religione di maggioranza. L’antitesi dello Stato laico era lo Stato confessionale che era ancora forte nell’Europa cattolica e ortodossa.

Ora non è più così. La progressiva erosione del potere delle Chiese tradizionali e la comparsa di nuove minoranze religiose nate dai processi migratori, hanno spostato i termini del problema: la questione principale diviene quella della capacità dello Stato laico di inserire nel tessuto politico e sociale gruppi di persone che non conoscono e talvolta non condividono i principi su cui sono basate le società occidentali. Ciò ha indotto la leadership culturale occidentale ad aprire un dibattito sul ruolo dello Stato laico in una società post-secolare, senza peraltro arrivare a conclusioni condivise.

*Prof. Silvio Ferrari, in Coscienza e Libertà n. 65/2023

Membri

Paesi nel mondo

Membri volontari

Dipendenti

L’Associazione internazionale per la difesa della Libertà Religiosa è un‘organizzazione non governativa riconosciuta presso l‘ONU e il Consiglio d‘Europa. L‘Associazione ha sede a Berna ed è presente in diversi paesi del mondo. Gli scopi dell‘Associazione riguardano la valorizzazione della dignità umana affinché ogni individuo possa liberamente sviluppare la propria identità in coerenza con le statuizioni della propria coscienza; la salvaguardia della libertà di religione e di culto; la promozione dei diritti civili e politici come necessaria e ineludibile premessa per il pieno sviluppo della libertà individuale in una società plurale e laica e infine la comprensione e il rispetto reciproco tra gli uomini di ogni fede e convinzione.

Negli anni ‘70 lo Stato laico era concepito come uno strumento per garantire l’uguaglianza dei cittadini in materia religiosa, limitando il potere della religione di maggioranza. L’antitesi dello Stato laico era lo Stato confessionale che era ancora forte nell’Europa cattolica e ortodossa.

Ora non è più così. La progressiva erosione del potere delle Chiese tradizionali e la comparsa di nuove minoranze religiose nate dai processi migratori, hanno spostato i termini del problema: la questione principale diviene quella della capacità dello Stato laico di inserire nel tessuto politico e sociale gruppi di persone che non conoscono e talvolta non condividono i principi su cui sono basate le società occidentali. Ciò ha indotto la leadership culturale occidentale ad aprire un dibattito sul ruolo dello Stato laico in una società post-secolare, senza peraltro arrivare a conclusioni condivise.

*Prof. Silvio Ferrari, in Coscienza e Libertà n. 65/2023

Membri

Paesi nel mondo

Membri volontari

Dipendenti

L’Associazione internazionale per la difesa della Libertà Religiosa è un‘organizzazione non governativa riconosciuta presso l‘ONU e il Consiglio d‘Europa. L‘Associazione ha sede a Berna ed è presente in diversi paesi del mondo. Gli scopi dell‘Associazione riguardano la valorizzazione della dignità umana affinché ogni individuo possa liberamente sviluppare la propria identità in coerenza con le statuizioni della propria coscienza; la salvaguardia della libertà di religione e di culto; la promozione dei diritti civili e politici come necessaria e ineludibile premessa per il pieno sviluppo della libertà individuale in una società plurale e laica e infine la comprensione e il rispetto reciproco tra gli uomini di ogni fede e convinzione.

Negli anni ‘70 lo Stato laico era concepito come uno strumento per garantire l’uguaglianza dei cittadini in materia religiosa, limitando il potere della religione di maggioranza. L’antitesi dello Stato laico era lo Stato confessionale che era ancora forte nell’Europa cattolica e ortodossa.

Ora non è più così. La progressiva erosione del potere delle Chiese tradizionali e la comparsa di nuove minoranze religiose nate dai processi migratori, hanno spostato i termini del problema: la questione principale diviene quella della capacità dello Stato laico di inserire nel tessuto politico e sociale gruppi di persone che non conoscono e talvolta non condividono i principi su cui sono basate le società occidentali. Ciò ha indotto la leadership culturale occidentale ad aprire un dibattito sul ruolo dello Stato laico in una società post-secolare, senza peraltro arrivare a conclusioni condivise.

*Prof. Silvio Ferrari, in Coscienza e Libertà n. 65/2023

Volontari / Animatori

Membri

Ore di volontariato annue

Gemme

Tizzoni

Esploratori

L‘A.I.S.A. Associazione Italiana Scout Avventista, mira a promuovere lo sviluppo armonioso, fisico, sociale, mentale e spirituale di bambini/e e di ragazzi/e di età tra i sei e sedici anni. Promuove un‘esperienza personale con Cristo a tutti i livelli organizzativi. Utilizza anche metodi propri dello scoutismo per esplorare la natura, praticare il servizio e vivere la testimonianza. Si prefigge di sviluppare, negli individui, l‘autodisciplina e la capacità di assumersi delle responsabilità, al fine di attuare la riconciliazione tra il Creatore e le creature“

Testimonianze dei bambini

«Mi chiamo Simone e di questo campeggio mi è piaciuta la serata dell’amicizia, ho fatto il laboratorio “lavori con le perline” e mi è piaciuto perché lascia spazio alla creatività»

«Mi chiamo Emanuel e questo campeggio mi è piaciuto perché si gioca a calcio, il laboratorio che ho fatto è “Promesse Bibliche”»

«Mi chiamo Noemi e di questo campeggio mi è tanto piaciuto fare i giochi d’acqua e anche fare nuove amicizie e invece il mio laboratorio è stato “astronomia” e mi è piaciuto tanto la sera vedere le costellazioni e le stelle»

«Mi chiamo Ariel e di questo campeggio mi sono piaciuti i giochi d’acqua e il mio laboratorio è stato “Olimpiadi” mi è piaciuto tanto, abbiamo corso i cento metri!» 

«Mi chiamo Giosuè e in questo campeggio mi è piaciuto fare i giochi. Il mio laboratorio era “amico degli alberi”».

Volontari / Animatori

Membri

Ore di volontariato annue

Gemme

Tizzoni

Esploratori

L‘A.I.S.A. Associazione Italiana Scout Avventista, mira a promuovere lo sviluppo armonioso, fisico, sociale, mentale e spirituale di bambini/e e di ragazzi/e di età tra i sei e sedici anni. Promuove un‘esperienza personale con Cristo a tutti i livelli organizzativi. Utilizza anche metodi propri dello scoutismo per esplorare la natura, praticare il servizio e vivere la testimonianza. Si prefigge di sviluppare, negli individui, l‘autodisciplina e la capacità di assumersi delle responsabilità, al fine di attuare la riconciliazione tra il Creatore e le creature“

Testimonianze dei bambini

«Mi chiamo Simone e di questo campeggio mi è piaciuta la serata dell’amicizia, ho fatto il laboratorio “lavori con le perline” e mi è piaciuto perché lascia spazio alla creatività»

«Mi chiamo Emanuel e questo campeggio mi è piaciuto perché si gioca a calcio, il laboratorio che ho fatto è “Promesse Bibliche”»

«Mi chiamo Noemi e di questo campeggio mi è tanto piaciuto fare i giochi d’acqua e anche fare nuove amicizie e invece il mio laboratorio è stato “astronomia” e mi è piaciuto tanto la sera vedere le costellazioni e le stelle»

«Mi chiamo Ariel e di questo campeggio mi sono piaciuti i giochi d’acqua e il mio laboratorio è stato “Olimpiadi” mi è piaciuto tanto, abbiamo corso i cento metri!» 

«Mi chiamo Giosuè e in questo campeggio mi è piaciuto fare i giochi. Il mio laboratorio era “amico degli alberi”».

Volontari / Animatori

Membri

Ore di volontariato annue

Gemme

Tizzoni

Esploratori

L‘A.I.S.A. Associazione Italiana Scout Avventista, mira a promuovere lo sviluppo armonioso, fisico, sociale, mentale e spirituale di bambini/e e di ragazzi/e di età tra i sei e sedici anni. Promuove un‘esperienza personale con Cristo a tutti i livelli organizzativi. Utilizza anche metodi propri dello scoutismo per esplorare la natura, praticare il servizio e vivere la testimonianza. Si prefigge di sviluppare, negli individui, l‘autodisciplina e la capacità di assumersi delle responsabilità, al fine di attuare la riconciliazione tra il Creatore e le creature“

Testimonianze dei bambini

«Mi chiamo Simone e di questo campeggio mi è piaciuta la serata dell’amicizia, ho fatto il laboratorio “lavori con le perline” e mi è piaciuto perché lascia spazio alla creatività»

«Mi chiamo Emanuel e questo campeggio mi è piaciuto perché si gioca a calcio, il laboratorio che ho fatto è “Promesse Bibliche”»

«Mi chiamo Noemi e di questo campeggio mi è tanto piaciuto fare i giochi d’acqua e anche fare nuove amicizie e invece il mio laboratorio è stato “astronomia” e mi è piaciuto tanto la sera vedere le costellazioni e le stelle»

«Mi chiamo Ariel e di questo campeggio mi sono piaciuti i giochi d’acqua e il mio laboratorio è stato “Olimpiadi” mi è piaciuto tanto, abbiamo corso i cento metri!» 

«Mi chiamo Giosuè e in questo campeggio mi è piaciuto fare i giochi. Il mio laboratorio era “amico degli alberi”».

Ospiti

Operatori

Volontari Tirocinanti

La casa di riposo “Casa Mia” accoglie persone anziane contribuendo a migliorare la qualità delle loro vite, in un ambiente familiare dove ognuno possa sentirsi veramente a casa e dove ogni operatore rappresenti, grazie all‘elevata professionalità, una risposta certa ai loro bisogni e a quelli delle loro famiglie. Il rispetto della dignità delle persone è un valore che orienta tutte le attività che sono proposte e il personale, i volontari e i donatori condividono con gli assistiti un‘autentica relazione basata sul rispetto e sulla condivisione di una parte preziosa della propria vita.

Sin dalla sua concezione, la casa di riposo ‘Casa Mia’ ha la missione di dare una risposta adeguata alle necessità della persona anziana nel territorio” spiega Fabian Nikolaus, direttore della struttura “Una risposta personalizzata, all’avanguardia e con un alto valore aggiunto, che pone sempre la persona al centro di ogni azione e pensiero. Questo approccio ha fatto sì che ‘Casa Mia’ abbia provato, negli anni, a occuparsi di sempre più persone. Infatti, ci sono stati cinque ampliamenti strutturali che hanno reso più professionali e hanno migliorato qualitativamente gli spazi della sua sede centrale”. In questa ottica, è stata inaugurata nel 2022 una nuova sede che accoglie fino a 16 persone, in modalità residenziale, e fino a un massimo di 4 persone nella modalità centro diurno. Nel nuovo edificio è stato ricreato un ambiente molto familiare e accogliente. Assistenza sociosanitaria, servizio di ristorazione e nutrizione, fisioterapia, psicologia, animazione, psicomotricità, servizio di segretariato sociale e trasporto sono alcuni dei servizi offerti.

Ospiti

Operatori

Volontari Tirocinanti

La casa di riposo “Casa Mia” accoglie persone anziane contribuendo a migliorare la qualità delle loro vite, in un ambiente familiare dove ognuno possa sentirsi veramente a casa e dove ogni operatore rappresenti, grazie all‘elevata professionalità, una risposta certa ai loro bisogni e a quelli delle loro famiglie. Il rispetto della dignità delle persone è un valore che orienta tutte le attività che sono proposte e il personale, i volontari e i donatori condividono con gli assistiti un‘autentica relazione basata sul rispetto e sulla condivisione di una parte preziosa della propria vita.

Sin dalla sua concezione, la casa di riposo ‘Casa Mia’ ha la missione di dare una risposta adeguata alle necessità della persona anziana nel territorio” spiega Fabian Nikolaus, direttore della struttura “Una risposta personalizzata, all’avanguardia e con un alto valore aggiunto, che pone sempre la persona al centro di ogni azione e pensiero. Questo approccio ha fatto sì che ‘Casa Mia’ abbia provato, negli anni, a occuparsi di sempre più persone. Infatti, ci sono stati cinque ampliamenti strutturali che hanno reso più professionali e hanno migliorato qualitativamente gli spazi della sua sede centrale”. In questa ottica, è stata inaugurata nel 2022 una nuova sede che accoglie fino a 16 persone, in modalità residenziale, e fino a un massimo di 4 persone nella modalità centro diurno. Nel nuovo edificio è stato ricreato un ambiente molto familiare e accogliente. Assistenza sociosanitaria, servizio di ristorazione e nutrizione, fisioterapia, psicologia, animazione, psicomotricità, servizio di segretariato sociale e trasporto sono alcuni dei servizi offerti.

Ospiti

Operatori

Volontari Tirocinanti

La casa di riposo “Casa Mia” accoglie persone anziane contribuendo a migliorare la qualità delle loro vite, in un ambiente familiare dove ognuno possa sentirsi veramente a casa e dove ogni operatore rappresenti, grazie all‘elevata professionalità, una risposta certa ai loro bisogni e a quelli delle loro famiglie. Il rispetto della dignità delle persone è un valore che orienta tutte le attività che sono proposte e il personale, i volontari e i donatori condividono con gli assistiti un‘autentica relazione basata sul rispetto e sulla condivisione di una parte preziosa della propria vita.

Sin dalla sua concezione, la casa di riposo ‘Casa Mia’ ha la missione di dare una risposta adeguata alle necessità della persona anziana nel territorio” spiega Fabian Nikolaus, direttore della struttura “Una risposta personalizzata, all’avanguardia e con un alto valore aggiunto, che pone sempre la persona al centro di ogni azione e pensiero. Questo approccio ha fatto sì che ‘Casa Mia’ abbia provato, negli anni, a occuparsi di sempre più persone. Infatti, ci sono stati cinque ampliamenti strutturali che hanno reso più professionali e hanno migliorato qualitativamente gli spazi della sua sede centrale”. In questa ottica, è stata inaugurata nel 2022 una nuova sede che accoglie fino a 16 persone, in modalità residenziale, e fino a un massimo di 4 persone nella modalità centro diurno. Nel nuovo edificio è stato ricreato un ambiente molto familiare e accogliente. Assistenza sociosanitaria, servizio di ristorazione e nutrizione, fisioterapia, psicologia, animazione, psicomotricità, servizio di segretariato sociale e trasporto sono alcuni dei servizi offerti.

Studenti

Volontari

Insegnanti

Personale non insegnante

L’Istituto Avventista è un centro educativo avventista ispirato ai più alti valori cristiani. Le sue attività di studio e di ricerca sono finalizzate a pensare la vita, ad annunciare la fede nel Vangelo eterno, ad alimentare la speranza nel Regno di Dio che viene, a imparare e incarnare l’amore, senza riserve e senza discriminazioni, al servizio di una chiesa attenta ai bisogni dei più deboli e di una società più giusta.

Testimonianza

“Mi chiamo Isaac*, sono originario del Ghana e sono in Italia da dodici anni. Ho voluto studiare teologia per un approfondimento personale e poi anche per soddisfare un motivo esistenziale, ma soprattutto per poter conoscere Dio più in profondità. Tutto questo unito alla gioia di poter condividere ciò che ho appreso con gli altri. 

Se ho potuto conseguire la laurea magistrale è

stato grazie al progetto “Fui forestiero”. Grazie alla borsa di studio, infatti, sono riuscito a sostenere tutte le spese che con i soli lavoretti svolti presso il campus non avrei mai potuto coprire.

Per me che sono figlio unico con un padre disoccupato questa borsa di studio ha fatto tutta la differenza del mondo e per questo sono grato a Dio e alla mia Chiesa.”*

*Testimonianza di Isaac Afram. Oggi è un pastore della Chiesta Avventista del Settimo Giorno in Italia

Studenti

Volontari

Insegnanti

Personale non insegnante

L’Istituto Avventista è un centro educativo avventista ispirato ai più alti valori cristiani. Le sue attività di studio e di ricerca sono finalizzate a pensare la vita, ad annunciare la fede nel Vangelo eterno, ad alimentare la speranza nel Regno di Dio che viene, a imparare e incarnare l’amore, senza riserve e senza discriminazioni, al servizio di una chiesa attenta ai bisogni dei più deboli e di una società più giusta.

Testimonianza

“Mi chiamo Isaac*, sono originario del Ghana e sono in Italia da dodici anni. Ho voluto studiare teologia per un approfondimento personale e poi anche per soddisfare un motivo esistenziale, ma soprattutto per poter conoscere Dio più in profondità. Tutto questo unito alla gioia di poter condividere ciò che ho appreso con gli altri. 

Se ho potuto conseguire la laurea magistrale è

stato grazie al progetto “Fui forestiero”. Grazie alla borsa di studio, infatti, sono riuscito a sostenere tutte le spese che con i soli lavoretti svolti presso il campus non avrei mai potuto coprire.

Per me che sono figlio unico con un padre disoccupato questa borsa di studio ha fatto tutta la differenza del mondo e per questo sono grato a Dio e alla mia Chiesa.”*

*Testimonianza di Isaac Afram. Oggi è un pastore della Chiesta Avventista del Settimo Giorno in Italia

Studenti

Volontari

Insegnanti

Personale non insegnante

L’Istituto Avventista è un centro educativo avventista ispirato ai più alti valori cristiani. Le sue attività di studio e di ricerca sono finalizzate a pensare la vita, ad annunciare la fede nel Vangelo eterno, ad alimentare la speranza nel Regno di Dio che viene, a imparare e incarnare l’amore, senza riserve e senza discriminazioni, al servizio di una chiesa attenta ai bisogni dei più deboli e di una società più giusta.

Testimonianza

“Mi chiamo Isaac*, sono originario del Ghana e sono in Italia da dodici anni. Ho voluto studiare teologia per un approfondimento personale e poi anche per soddisfare un motivo esistenziale, ma soprattutto per poter conoscere Dio più in profondità. Tutto questo unito alla gioia di poter condividere ciò che ho appreso con gli altri. 

Se ho potuto conseguire la laurea magistrale è

stato grazie al progetto “Fui forestiero”. Grazie alla borsa di studio, infatti, sono riuscito a sostenere tutte le spese che con i soli lavoretti svolti presso il campus non avrei mai potuto coprire.

Per me che sono figlio unico con un padre disoccupato questa borsa di studio ha fatto tutta la differenza del mondo e per questo sono grato a Dio e alla mia Chiesa.”*

*Testimonianza di Isaac Afram. Oggi è un pastore della Chiesta Avventista del Settimo Giorno in Italia

Camere La Colonica

Posti letto La Colonica

Persone accolte a La Colonica

Camere CasAurora

Posti letto CasAurora

Persone accolte CasAurora

La casa per ferie dell‘Istituto Avventista si compone di due strutture dedicate all‘accoglienza: CasAurora e La Colonica. Si tratta di due realtà in cui l‘accoglienza si fonda anche sull‘apporto di operatori volontari che offrono un sostegno e un aiuto concreti. Per sollevare anche economicamente le famiglie dei degenti, vista la vicinanza al polo ospedaliero fiorentino, l‘ospitalità viene offerta a prezzi calmierati rispetto alle normali strutture alberghiere e questo permette a persone provenienti da tutta Italia una permanenza anche per soggiorni più lunghi.

Testimonianza

1. Sono Matilda, sposata da 30 anni con Ettore. Abbiamo una figlia, Marilù di 17 anni. Siamo arrivati a CasAurora perché mio marito ha dovuto fare un intervento chirurgico in apparenza semplice, poi però, durante l’operazione hanno trovato un qualcosa di molto peggio e noi tutti siamo sprofondati nello sconforto. Sono stata a CasAurora per due lunghi mesi. È stato un periodo duro. Nonostante la situazione ringrazio gli operatori di CasAurora per l’accoglienza. Sembra una cosa piccola ma vi assicuro che ha fatto la differenza! 

2. Francesco è mio figlio, ha 3 anni e assieme a mia moglie siamo a CasAurora perché dobbiamo fare delle visite specialistiche al nostro piccolo. Conosciamo CasAurora da tanti anni, veniamo qui da quando è stata fatta la diagnosi a Francesco. A CasAurora abbiamo sempre trovato l’ambiente più confortevole alla nostra situazione. Francesco ha avuto problemi sin dalla nascita, quindi ormai consideriamo CasAurora come una seconda casa e siamo molto grati.

3. Io e mia sorella siamo a CasAurora a causa di un malore che ha avuto mio padre alcune settimane fa. Lui è stato ricoverato per un po’ di tempo in ospedale e devo essere sincero, poter stare a CasAurora è stato un grande sollievo. Di CasAurora amiamo molto gli ambienti e la cordialità del personale, poi anche la mensa deliziosa dove si mangia benissimo e ci sono tantissimi giovani. Tutto questo ci ha fatto bene al cuore.

* Esperienze degli ospiti di CasAurora
NB: Nomi, età, luoghi di provenienza sono alterati al fine di tutelare la privacy dell’ospite.

Camere La Colonica

Posti letto La Colonica

Persone accolte a La Colonica

Camere CasAurora

Posti letto CasAurora

Persone accolte CasAurora

La casa per ferie dell‘Istituto Avventista si compone di due strutture dedicate all‘accoglienza: CasAurora e La Colonica. Si tratta di due realtà in cui l‘accoglienza si fonda anche sull‘apporto di operatori volontari che offrono un sostegno e un aiuto concreti. Per sollevare anche economicamente le famiglie dei degenti, vista la vicinanza al polo ospedaliero fiorentino, l‘ospitalità viene offerta a prezzi calmierati rispetto alle normali strutture alberghiere e questo permette a persone provenienti da tutta Italia una permanenza anche per soggiorni più lunghi.

Testimonianza

1. Sono Matilda, sposata da 30 anni con Ettore. Abbiamo una figlia, Marilù di 17 anni. Siamo arrivati a CasAurora perché mio marito ha dovuto fare un intervento chirurgico in apparenza semplice, poi però, durante l’operazione hanno trovato un qualcosa di molto peggio e noi tutti siamo sprofondati nello sconforto. Sono stata a CasAurora per due lunghi mesi. È stato un periodo duro. Nonostante la situazione ringrazio gli operatori di CasAurora per l’accoglienza. Sembra una cosa piccola ma vi assicuro che ha fatto la differenza! 

2. Francesco è mio figlio, ha 3 anni e assieme a mia moglie siamo a CasAurora perché dobbiamo fare delle visite specialistiche al nostro piccolo. Conosciamo CasAurora da tanti anni, veniamo qui da quando è stata fatta la diagnosi a Francesco. A CasAurora abbiamo sempre trovato l’ambiente più confortevole alla nostra situazione. Francesco ha avuto problemi sin dalla nascita, quindi ormai consideriamo CasAurora come una seconda casa e siamo molto grati.

3. Io e mia sorella siamo a CasAurora a causa di un malore che ha avuto mio padre alcune settimane fa. Lui è stato ricoverato per un po’ di tempo in ospedale e devo essere sincero, poter stare a CasAurora è stato un grande sollievo. Di CasAurora amiamo molto gli ambienti e la cordialità del personale, poi anche la mensa deliziosa dove si mangia benissimo e ci sono tantissimi giovani. Tutto questo ci ha fatto bene al cuore.

* Esperienze degli ospiti di CasAurora
NB: Nomi, età, luoghi di provenienza sono alterati al fine di tutelare la privacy dell’ospite.

Camere La Colonica

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Persone accolte CasAurora

La casa per ferie dell‘Istituto Avventista si compone di due strutture dedicate all‘accoglienza: CasAurora e La Colonica. Si tratta di due realtà in cui l‘accoglienza si fonda anche sull‘apporto di operatori volontari che offrono un sostegno e un aiuto concreti. Per sollevare anche economicamente le famiglie dei degenti, vista la vicinanza al polo ospedaliero fiorentino, l‘ospitalità viene offerta a prezzi calmierati rispetto alle normali strutture alberghiere e questo permette a persone provenienti da tutta Italia una permanenza anche per soggiorni più lunghi.

Testimonianza

1. Sono Matilda, sposata da 30 anni con Ettore. Abbiamo una figlia, Marilù di 17 anni. Siamo arrivati a CasAurora perché mio marito ha dovuto fare un intervento chirurgico in apparenza semplice, poi però, durante l’operazione hanno trovato un qualcosa di molto peggio e noi tutti siamo sprofondati nello sconforto. Sono stata a CasAurora per due lunghi mesi. È stato un periodo duro. Nonostante la situazione ringrazio gli operatori di CasAurora per l’accoglienza. Sembra una cosa piccola ma vi assicuro che ha fatto la differenza! 

2. Francesco è mio figlio, ha 3 anni e assieme a mia moglie siamo a CasAurora perché dobbiamo fare delle visite specialistiche al nostro piccolo. Conosciamo CasAurora da tanti anni, veniamo qui da quando è stata fatta la diagnosi a Francesco. A CasAurora abbiamo sempre trovato l’ambiente più confortevole alla nostra situazione. Francesco ha avuto problemi sin dalla nascita, quindi ormai consideriamo CasAurora come una seconda casa e siamo molto grati.

3. Io e mia sorella siamo a CasAurora a causa di un malore che ha avuto mio padre alcune settimane fa. Lui è stato ricoverato per un po’ di tempo in ospedale e devo essere sincero, poter stare a CasAurora è stato un grande sollievo. Di CasAurora amiamo molto gli ambienti e la cordialità del personale, poi anche la mensa deliziosa dove si mangia benissimo e ci sono tantissimi giovani. Tutto questo ci ha fatto bene al cuore.

* Esperienze degli ospiti di CasAurora
NB: Nomi, età, luoghi di provenienza sono alterati al fine di tutelare la privacy dell’ospite.

FONDAZIONE VITA E SALUTE

Dipendenti

Volontari

La Fondazione Vita e Salute è un‘organizzazione che ha come obiettivo principale la promozione della salute e del benessere in ambito fisico, mentale, sociale e spirituale attraverso progetti sul territorio e attività editoriali. La rivista Vita&Salute è il suo organo ufficiale di informazione, e dal 1952 è, storicamente, il primo mensile di divulgazione dei temi della prevenzione e della medicina.

Testimonianza

“Affrontare sfide complesse e ambiziose da soli è non soltanto difficile, ma anche faticoso e un po’ triste.

Affrontarle insieme ad altri motiva e rafforza, può però anche creare tensioni. L’ideale è affrontare sfide accompagnati da partner con i quali si condividono valori di fondo e traguardi, ma non le competenze che invece devono integrarsi ed essere complementari. Questa particolare costellazione si è venuta a creare tra la Fondazione Comitans e la Fondazione Vita e Salute nella collaborazione al progetto “Primi 1000 Giorni”. 

Il lavoro insieme si è rivelato un piacere ed un arricchimento per tutti noi e ciò ci da fiducia che questa sintonia trapeli nei risultati e ci aiuti nel nostro percorso di portare conoscenza alle famiglie riguardo alla tematica dell’impatto della nutrizione sulla salute, in particolare nei primi 1000 giorni di vita del bambino.”

*Cecilia Bartolucci – presidente Fondazione Comitans, ente capofila del progetto “Primi 1000 giorni”, un cammino di ricerca e condivisione dei saperi, per sviluppare azioni congiunte sul tema dell’alimentazione e della nutrizione nei primi mille giorni di vita del bambino. Progetto portato avanti da Fondazione Vita e Salute e Fondazione Comitans.

Foto di Dose Juice

FONDAZIONE VITA E SALUTE

Dipendenti

Volontari

La Fondazione Vita e Salute è un‘organizzazione che ha come obiettivo principale la promozione della salute e del benessere in ambito fisico, mentale, sociale e spirituale attraverso progetti sul territorio e attività editoriali. La rivista Vita&Salute è il suo organo ufficiale di informazione, e dal 1952 è, storicamente, il primo mensile di divulgazione dei temi della prevenzione e della medicina.

Testimonianza

“Affrontare sfide complesse e ambiziose da soli è non soltanto difficile, ma anche faticoso e un po’ triste.

Affrontarle insieme ad altri motiva e rafforza, può però anche creare tensioni. L’ideale è affrontare sfide accompagnati da partner con i quali si condividono valori di fondo e traguardi, ma non le competenze che invece devono integrarsi ed essere complementari. Questa particolare costellazione si è venuta a creare tra la Fondazione Comitans e la Fondazione Vita e Salute nella collaborazione al progetto “Primi 1000 Giorni”. 

Il lavoro insieme si è rivelato un piacere ed un arricchimento per tutti noi e ciò ci da fiducia che questa sintonia trapeli nei risultati e ci aiuti nel nostro percorso di portare conoscenza alle famiglie riguardo alla tematica dell’impatto della nutrizione sulla salute, in particolare nei primi 1000 giorni di vita del bambino.”

*Cecilia Bartolucci – presidente Fondazione Comitans, ente capofila del progetto “Primi 1000 giorni”, un cammino di ricerca e condivisione dei saperi, per sviluppare azioni congiunte sul tema dell’alimentazione e della nutrizione nei primi mille giorni di vita del bambino. Progetto portato avanti da Fondazione Vita e Salute e Fondazione Comitans.

Foto di Dose Juice

FONDAZIONE VITA E SALUTE

Dipendenti

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La Fondazione Vita e Salute è un‘organizzazione che ha come obiettivo principale la promozione della salute e del benessere in ambito fisico, mentale, sociale e spirituale attraverso progetti sul territorio e attività editoriali. La rivista Vita&Salute è il suo organo ufficiale di informazione, e dal 1952 è, storicamente, il primo mensile di divulgazione dei temi della prevenzione e della medicina.

Testimonianza

“Affrontare sfide complesse e ambiziose da soli è non soltanto difficile, ma anche faticoso e un po’ triste.

Affrontarle insieme ad altri motiva e rafforza, può però anche creare tensioni. L’ideale è affrontare sfide accompagnati da partner con i quali si condividono valori di fondo e traguardi, ma non le competenze che invece devono integrarsi ed essere complementari. Questa particolare costellazione si è venuta a creare tra la Fondazione Comitans e la Fondazione Vita e Salute nella collaborazione al progetto “Primi 1000 Giorni”. 

Il lavoro insieme si è rivelato un piacere ed un arricchimento per tutti noi e ciò ci da fiducia che questa sintonia trapeli nei risultati e ci aiuti nel nostro percorso di portare conoscenza alle famiglie riguardo alla tematica dell’impatto della nutrizione sulla salute, in particolare nei primi 1000 giorni di vita del bambino.”

*Cecilia Bartolucci – presidente Fondazione Comitans, ente capofila del progetto “Primi 1000 giorni”, un cammino di ricerca e condivisione dei saperi, per sviluppare azioni congiunte sul tema dell’alimentazione e della nutrizione nei primi mille giorni di vita del bambino. Progetto portato avanti da Fondazione Vita e Salute e Fondazione Comitans.

Foto di Dose Juice

Capitolo 2

Identità

Capitolo 2

Identità

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Identità

Del Settimo Giorno per ricordarci che Dio ha scelto un giorno per riconoscere la sua autorità sul mondo. Dedichiamo il tempo di questa giornata particolare, ma non solo, a vivere e condividere il Suo progetto di bene per l’umanità. Per questo motivo, il sabato interrompiamo il flusso dalle attività ordinarie per partecipare, in assemblea, alla celebrazione comune, per rivolgere al prossimo l’attenzione e la cura insegnati da Gesù Cristo.

Il movimento avventista sorge negli Stati Uniti di America intorno alla metà del XIX secolo, dal solco tracciato dalla riforma protestante e si organizza come Chiesa nel 1863. Fin dalle origini la Chiesa avventista promuove numerose attività in ambito religioso, sociale, sanitario, educativo, culturale, secondo la comprensione della volontà di Dio espressa negli insegnamenti della Bibbia, considerata l’unica regola di fede.

Le prime testimonianze relative alla presenza di avventisti in Italia risalgono al 1864. Annoverata fra le confessioni cristiane acattoliche fin dal 1929, nel 1978 la Chiesa Avventista italiana è stata riconosciuta come ente di culto, con Decreto del Presidente della Repubblica del 13/04/78, ai sensi della legge del 1929. Nel 1986 ha sottoscritto con il Governo Italiano un’Intesa, secondo le disposizioni dall’articolo 8 della Costituzione della Repubblica, Intesa successivamente convertita nella legge n. 516 del 22/11/1988. Con l’Intesa la Repubblica Italiana “garantisce alla Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno l’autonomia e la libera organizzazione, secondo i propri ordinamenti, nonché la libera nomina dei propri ministri di culto e missionari”.

Del Settimo Giorno per ricordarci che Dio ha scelto un giorno per riconoscere la sua autorità sul mondo. Dedichiamo il tempo di questa giornata particolare, ma non solo, a vivere e condividere il Suo progetto di bene per l’umanità. Per questo motivo, il sabato interrompiamo il flusso dalle attività ordinarie per partecipare, in assemblea, alla celebrazione comune, per rivolgere al prossimo l’attenzione e la cura insegnati da Gesù Cristo.

Il movimento avventista sorge negli Stati Uniti di America intorno alla metà del XIX secolo, dal solco tracciato dalla riforma protestante e si organizza come Chiesa nel 1863. Fin dalle origini la Chiesa avventista promuove numerose attività in ambito religioso, sociale, sanitario, educativo, culturale, secondo la comprensione della volontà di Dio espressa negli insegnamenti della Bibbia, considerata l’unica regola di fede.

Le prime testimonianze relative alla presenza di avventisti in Italia risalgono al 1864. Annoverata fra le confessioni cristiane acattoliche fin dal 1929, nel 1978 la Chiesa Avventista italiana è stata riconosciuta come ente di culto, con Decreto del Presidente della Repubblica del 13/04/78, ai sensi della legge del 1929. Nel 1986 ha sottoscritto con il Governo Italiano un’Intesa, secondo le disposizioni dall’articolo 8 della Costituzione della Repubblica, Intesa successivamente convertita nella legge n. 516 del 22/11/1988. Con l’Intesa la Repubblica Italiana “garantisce alla Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno l’autonomia e la libera organizzazione, secondo i propri ordinamenti, nonché la libera nomina dei propri ministri di culto e missionari”.

Del Settimo Giorno per ricordarci che Dio ha scelto un giorno per riconoscere la sua autorità sul mondo. Dedichiamo il tempo di questa giornata particolare, ma non solo, a vivere e condividere il Suo progetto di bene per l’umanità. Per questo motivo, il sabato interrompiamo il flusso dalle attività ordinarie per partecipare, in assemblea, alla celebrazione comune, per rivolgere al prossimo l’attenzione e la cura insegnati da Gesù Cristo.

Il movimento avventista sorge negli Stati Uniti di America intorno alla metà del XIX secolo, dal solco tracciato dalla riforma protestante e si organizza come Chiesa nel 1863. Fin dalle origini la Chiesa avventista promuove numerose attività in ambito religioso, sociale, sanitario, educativo, culturale, secondo la comprensione della volontà di Dio espressa negli insegnamenti della Bibbia, considerata l’unica regola di fede.

Le prime testimonianze relative alla presenza di avventisti in Italia risalgono al 1864. Annoverata fra le confessioni cristiane acattoliche fin dal 1929, nel 1978 la Chiesa Avventista italiana è stata riconosciuta come ente di culto, con Decreto del Presidente della Repubblica del 13/04/78, ai sensi della legge del 1929. Nel 1986 ha sottoscritto con il Governo Italiano un’Intesa, secondo le disposizioni dall’articolo 8 della Costituzione della Repubblica, Intesa successivamente convertita nella legge n. 516 del 22/11/1988. Con l’Intesa la Repubblica Italiana “garantisce alla Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno l’autonomia e la libera organizzazione, secondo i propri ordinamenti, nonché la libera nomina dei propri ministri di culto e missionari”.

Chiesa: in quanto comunità di persone chiamate alla fede.

Cristiana: perché abbiamo Gesù Cristo come centro della nostra dimensione di credenti.

Avventista: perché attendiamo il Secondo Avvento di Gesù Cristo, il Suo ritorno sulla terra che metterà fine alla sofferenza e alla morte.

La storia

La storia

La storia

1863

1863

1863

A Battle Creek (Michigan, USA) nasce la Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno

A Battle Creek (Michigan, USA) nasce la Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno

1864

1864

1864

Nelle Valli Valdesi si converte Caterina Revel, prima avventista europea

Nelle Valli Valdesi si converte Caterina Revel, prima avventista europea

1884

1884

1884

Viene costituita la prima Chiesa avventista a Napoli con 10 fedeli

Viene costituita la prima Chiesa avventista a Napoli con 10 fedeli

1885

1885

1885

Viene costituita la prima Chiesa avventista a Torre Pellice (TO) con 30 fedeli